Non posso rimanere insensibile alle gravi affermazioni fatti da Guido Paolilli, nei confronti di Antonino “Nino” Agostino poliziotto palermitano trucidato insieme alla moglie Ida Castellucci e per il mancato attentato dell’Addaura del magistrato Giovanni Falcone. Confesso che dopo aver ascoltato le parole di Paolilli, nella puntata di “Bye Bye Marcello” Servizio Pubblico, sono rimasto basito dalla sue parole.
Intanto, Guido Paolilli dovrebbe spiegare pubblicamente i motivi degli incontri con frequenza settimanale col capo Centro Sisde di Palermo, Bruno Contrada; incontri che sarebbero avvenuti nella piazza Ungheria a Palermo, in maniera riservata. Cosa aveva da riferire o prendere “ordini” un poliziotto della Sezione rapine da Bruno Contrada? Ho conosciuto i due, all’epoca Paolilli era nella stessa mia Sezione, mentre Contrada era alla Criminalpol, per poi transitare al Sisde. Il Paolilli ha affermato che il movente dell’uccisione dell’agente Agostino e della moglie è stato originato da una questione di “pelo”, ovvero di donne. Il ragionamento del Paolilli è simile a quello usato dai mafiosi per depistare gli omicidi, come per esempio quello di un altro poliziotto Lillo Zucchetto. Appare evidente che nell’esporre le risultanze delle sue “indagini” il Paolilli offenda la memoria di Nino Agostino e che le parole usate, in riferimento a “questione di pelo” appaiano inopportune, meschine e offensive della memoria di un collega ammazzato insieme alla moglie incinta. Di contro, dica invece a quale conclusioni sono giunte le sue “indagini”.