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Menefreghismo all’italiana sul caso Agostino

Il 5 agosto 2011 sul lungomare Cristoforo Colombo a Palermo, luogo dell’omicidio di Nino Agostino e Ida Castelluccio (5/08/89), è stata scoperta una targa commemorativa realizzata dal Comune di Carini.

In quei giorni, complici forse l’interesse del Movimento Agende Rosse, di Addiopizzio, di Libera, del comitato Cittadinanza per la Magistratura e dalla Petizione creata da Giovanni Perna e promossa  nel sito 19luglio1992, alcune testate giornalistiche hanno posto attenzione all’ennesima triste e scomoda  storia di VITTIME INNOCENTI DI MAFIA DIMENTICATE.      

Le persone che in quei giorni hanno letto i pochissimi articoli pubblicati in merito si saranno forse chiesti se IL SEGRETO DI STATO che la famiglia Agostino, documenti alla mano, ha sempre sostenuto essere stato posto sulla morte di Nino e Ida , corrisponda ad un atto ufficiale oppure trattasi di un errore di interpretazione o peggio di una strumentalizzazione. Chi ha ritenuto, in quei giorni, di dover approfondire la morte di Nino e Ida si sarà forse domandato se realmente Giovanni Falcone, durante i funerali dei due coniugi, abbia veramente pronunciato le parole: “a questo poliziotto devo la vita” ? Chi è stato incuriosito da questo triplice omicidio (Ida 19enne era incinta ndr) si sarà posto il dubbio se realmente Nino Agostino ed Emanuele Piazza, possano aver sventato l’attentato all’Addaura? Tanti magari avranno pensato che il giuramento solenne di Vincenzo Agostino e della moglie Augusta (non tagliarsi né barba né capelli e non togliere il lutto fino alla scoperta della verità) non sia altro che un atto di “pazzia” di due anziani che non si rassegnano alla morte senza giustizia dei loro cari.

Domande, dubbi e curiosità ovvi se consideriamo che, sul caso Agostino, negli anni, si sono sprecati i depistaggi e le strumentalizzazioni generando ciò che chiamiamo OMERTA’ DI STATO! Omertà spesso indispensabile per coprire verità troppo scomode che, in questo caso, potrebbero forse aiutare a far luce sul fallito attentato all’Addaura se non addirittura sulle Stragi del 92 e del 93.

Le domande che però, prima di tutte, ci si dovrebbe porre sono: chi vuole VERAMENTE la verità sulla morte di Nino e Ida? Chi VERAMENTE ha a cuore la battaglia ventennale della famiglia Agostino?

Il 5 agosto 2011 sembrava quasi che questa voglia di verità fosse diventata finalmente una priorità di molti ma, complici caldo e vacanze, ora la richiesta di giustizia per Nino e Ida, è rimasto solo un urlo strozzato di un vecchietto con la barba lunga e di una mamma dal lutto perenne.

L’INDIFFERENZA è l’unica verità incontestabile riscontrata negli anni dagli Agostino; prova né è il fatto che, la petizione pubblicata sul sito seguitissimo www.19luglio1992.com, è stata firmata da poco più di 1.700 persone.

Sulla morte di Agostino e della moglie forse, un giorno, si scoprirà tutta la verità ma, prima che si giunga ad una sentenza di condanna definitiva, sicuramente la loro memoria verrà seppellita dall’omertà dei tanti o peggio, verrà ulteriormente infangata da nuovi depistaggi.

In attesa della doverosa giustizia oggi, per la famiglia Agostino, c’è invece la magra consolazione di una targa dover poter piangere i propri morti nella quasi totale indifferenza popolare. Indifferenza che dovrebbe far riflettere perchè, in fondo, gli Agostino siamo noi! La storia di Nino e Ida, come quelle delle centinaia vittime di mafia dimenticate, potrebbe benissimo essere la triste realtà del vicino di casa o di un nostro parente trovatosi al momento sbagliato nel posto sbagliato.

Riflettendo su questo triste ma sempre attuale MENEFREGHISMO POPOLARE mi chiedo: ma  quel fresco profumo di libertà di cui spesso parlò Paolo Borsellino, e che oggi è diventato “bandiera” di molti, si potrebbe (dovrebbe?) forse respirare schierandoci tutti assieme e attivamente anche con e per la famiglia Agostino?

Davide Tassan Zorat

presidente

Ass.ne LA MAFIA NON E’ SOLO SUD

 

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