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Reggio Emilia e i nuovi volti della mafia. L’importanza degli strumenti di contrasto e prevenzione (Sintesi dei contenuti dell’incontro).

RELATORI:
DOTT.SSA MARIA RITA COCCIUFA – PREFETTO DI REGGIO EMILIA
DOTT. FRANCESCO MARIA CARUSO – GIUDICE DEL COLLEGIO GIUDICANTE NEL PROCESSO AEMILIA
PAOLO BONACINI, GIORNALISTA, SCRITTORE, ESPERTO DEL PROCESSO AEMILIA

Essere presenti e cogliere i fenomeni che stanno tentando di peggiorare la nostra società e la nostra vita.
Potrebbe essere questo l’obiettivo che giovedì 23 novembre u. s. si è, in buona parte, realizzato, grazie all’iniziativa che si è tenuta in CdL, promossa da Agende Rosse Rita Atria di Reggio Emilia in collaborazione con la CGIL.
La Prefetto Maria Rita Cocciufa e il Giudice Francesco Caruso insieme al giornalista Paolo Bonacini, hanno veramente spaziato nei loro ambiti di competenza, trattando i punti critici del sistema giudiziario rispetto al prevenire e contrastare le mafie.
Emerge che le ultime misure introdotte con la riforma della giustizia e l’attacco al reato di “abuso d’ufficio” hanno l’unico obiettivo di mettere in ginocchio la Giustizia, mentre contemporaneamente si lasciano ancor più sguarnite di personale le procure.
Possiamo immaginare come in breve tempo si ridurrà la nostra qualità della vita quando le grandi organizzazioni criminali, colluse con il potere politico e imprenditoriale, continueranno ad agire indisturbate trascinando verso il baratro l’economia e il lavoro.
Nelle procure mancano 1800 i magistrati, più il personale di varie qualifiche che mantengono in piedi le procure stesse. Questo fenomeno, nelle diverse professionalità, colpisce anche le prefetture. E’ così che si fanno diventare eroi coloro che ci lavorano oppure più facilmente si squalifica l’istituzione. Tutto il personale precario che costituiva la vitalità delle procure pare che non verrà rifinanziato dall’attuale governo.
A nostro parere è un piano preordinato che anziché scoraggiare ci impone, nei nostri luoghi di vita, massima partecipazione.
Il giudice Caruso dice bene: l’attuale governo in particolare, vuole abbassare il livello di attenzione di cittadine e cittadini. Mentre i grandi corruttori e corrotti, criminalità organizzata, possono così trionfare sui territori. L’operazione del governo si orienta a penalizzare i cittadini che manifestano per il loro lavoro, per problematiche vitali… Diventa reato bloccare il transito su una strada in una manifestazione, si decide di punire con anni di carcere i partecipanti a un rave, si fa in modo che l’attenzione dei cittadini si concentri su piccoli furti e scippi. Un piano, anch’esso criminale, col preciso obiettivo di creare una giustizia divisa per classi sociali, al servizio dei ricchi e dura e repressiva con la gente povera. Riempire così le carceri di poveri ed emarginati aumentando di fatto il conflitto e l’ ingiustizia sociale.
Tutto per far sì che chi è alla radice dei maggiori problemi rimanga impunito: le intercettazioni sono state attaccate duramente da modifiche legislative ed è lo strumento efficace che ha fatto condannare e portare in carcere mafiosi e collusi.

Un altro grande misfatto che questo governo vuole realizzare è la separazione delle carriere nella magistratura. Il PM non sarà più autonomo e indipendente come deve essere il potere giudiziario, ma sarà assoggettato al ministero della giustizia, dunque alla maggioranza politica del momento.
Quale sicurezza potrà avere il cittadino quando il PM avrà le mani legate nelle indagini e negli
approfondimenti delle stesse? Ora il Giudice può consultarsi col Pm e decidere di proseguire e
ispezionare maggiormente una situazione penale e criminale, dopo sul PM deciderà la politica.
Caruso sottolinea, inoltre, le potenzialità della confisca dei beni come strumento di lotta alla criminalità organizzata. Un’arma resa spuntata, purtroppo, sia dalla farraginosità delle procedure previste per il riutilizzo di questi beni a vantaggio della comunità, sia dall’inerzia dei Comuni e dalla scarsità di risorse degli stessi per la manutenzione/ristrutturazione degli immobili confiscati.
A conferma di quanto evidenziato, il giudice ricorda che proprio nella nostra provincia alcuni anni fa era stato lanciato un bel progetto di recupero di uno di questi immobili ad opera di giovani studenti: oggi quel progetto è su un binario morto. Su questo tema pertanto esorta il Comune di Reggio Emilia a prendere l’iniziativa per la gestione dei beni nella propria disponibilità, ponendosi come esempio virtuoso da imitare, perché i beni tolti alle mafie non devono essere abbandonati, ma devono tornare alla collettività.
La dott.ssa Cocciufa ci informa che dall’inizio dell’anno, ben 53 interdittive sono state messe a segno nella provincia di Reggio Emilia. Si coglie nel suo operato una linea ben precisa. Emerge l’intento di voler sostenere ed aiutare le imprese e far sì che gli strumenti Interdittive e White list siano degli sproni al cambiamento e non al fallimento dell’azienda.
Insediata a Reggio Emilia a fine maggio 2023, ha proseguita con grande solerzia il percorso della dott.ssa Rolli che a Reggio Emilia ha avuto il merito di cambiare il ritmo del lavoro della prefettura, ricollegandosi al grande lavoro che anni fa fece nella nostra città Antonella De Miro, un esempio con cui confrontare l’operato di chi le è succeduto.
Altri sistemi potrebbero essere messi in esecuzione per favorire il cambiamento di direzione delle imprese che troppo spesso sono attratte da soldi facili e illegali per proseguire il lavoro imprenditoriale.
La dott.ssa Cocciufa ci ha altresì informati che, contrariamente a quanto emerso dalla stampa locale, l’iter della commissione d’indagine del comune di Casina non è ancora concluso, ed ha espresso l’auspicio che Brescello rimanga l’unico comune sciolto in provincia.
La platea era numerosa, le autorità delle forze dell’ordine e della finanza erano presenti. Mancavano come sempre Sindaci e Assessori, e questo ci preoccupa, ci chiediamo, infatti, se disertino questo tipo di iniziative per puro calcolo elettorale, ritenendo che la lotta alle mafie non porti voti. Temiamo che ancora una volta i programmi elettorali in elaborazione non comprenderanno forti iniziative antimafia e considerevoli prese di posizione di fronte al dilagare dell’infiltrazione mafiosa.
Noi continueremo a richiedere nei nostri eventi questi eccellenti funzionari dello Stato, per affrontare questi temi che incidono sul nostro presente, sul nostro futuro e su quello di figlie e figli. Conoscenza, consapevolezza e partecipazione sono gli strumenti di base per indurre il cambiamento di rotta.
Movimento Agende Rosse Rita Atria di Reggio Emilia e Provincia.

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