Il 29 settembre scorso alle ore 20:45, a Crema, nello specifico all’interno della Sala Alessandrini, si è tenuto un importante incontro.
In collaborazione con il Gruppo “Peppino Impastato e Susanna Crispino” Agende Rosse di Milano, è stato organizzato un convegno per evidenziare aspetti delicati e attuali riguardanti l’abuso di sostanze stupefacenti in età evolutiva e il conseguente rischio che si cela dietro alla connessione tra droga e criminalità.
Hanno introdotto la conferenza l’Assessore Istruzione, Formazione, Edilizia scolastica, Lavoro e Pari opportunità Emanuela Nichetti, la Dirigente Scolastica dell’IIS Galileo Galilei di Crema, Prof.ssa Paola Orini.
I Relatori sono stati la dott.ssa Maura Longari, Funzionario Assistente Sociale presso la Prefettura di Cremona – responsabile dell’Ufficio Not (nucleo operativo tossicodipendenze) e Coordinatrice a livello provinciale delle attività previste dal protocollo “Scuola spazio di legalità” e dal dott. Giorgio Cerizza, psichiatra e psicoterapeuta, direttore del U.O. Riabilitazione delle dipendenze – Consulente Fondazione Eris.
L’apertura del convegno è stata affidata a Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, magistrato ucciso dalla mafia, che, in collegamento on line, ha letto uno scritto del Magistrato concernente la lotta alla droga.
Moderatori dell’incontro la Prof.ssa Monica Civelli e il dott. Michele Gennuso, neurologo e coordinatore di Libera – Cremona.
Le tematiche trattate durante la convention erano relative ai cambiamenti della situazione in ambito di dipendenze, alle azioni che sono state messe in atto dalle forze dell’ordine e dalla Prefettura, all’approccio terapeutico del dott. Cerizza. Come ha riferito lui stesso, ha adottato un approccio e di conseguenza un metodo terapeutico non basato sull’uso di farmaci, ma ha fornito delle strategie con l’obiettivo di offrire alla persona le risorse per curarsi, per ritrovare sé stessa e l’amore per sé anche tramite lo sport. Si è parlato di come i ragazzi e le ragazze siano straordinari se si possono esprimere; si è approfondito il tema dei ruoli in famiglia, all’interno della quale alcuni genitori tendono a mettersi alla pari dei figli e si atteggiano ad adolescenti, oppure non si assumono le proprie responsabilità, concedendo tutto e subito ai figli sin dalla tenera età. Sussiste quindi un profondo legame con il metodo educativo errato con il quale questi adolescenti ottengono “tutto”, nei casi in cui manca la figura genitoriale autorevole.
I ragazzi si sentono soli e, nel tentativo di cercare di riparare a tutto questo ed anche alla loro solitudine, si rivolgono a qualcun altro o qualcos’altro (le droghe o l’alcool).
Inoltre si è discusso del ruolo dei genitori nella società di oggi, della famiglia e della scuola. Si è cercato di rispondere alla domanda: “I parametri educativi alterati e distorti, molto diffusi oggi, hanno delle conseguenze? E queste conseguenze quali sono?”. È emerso che per salvare i nostri giovani, che sono il nostro futuro, per mostrare loro questo futuro ricco di curiosità, scoperte, sogni e ambizioni, dobbiamo noi adulti per primi essere da esempio.
In una società dove i social si impongono con forza, poter assecondare la consapevolezza e la cultura alla legalità è fondamentale per risvegliare le coscienze.
Si è trattato anche di quello che è cambiato in questi ultimi venti anni nello scenario della lotta alle droghe.
Ma soprattutto si è cercato di inviare un messaggio alle famiglie, perché gli strumenti esistono per fare in modo che i nostri giovani conducano una vita sana per costruire il loro futuro sereno, anche se con ostacoli da superare.
Ritengo opportuno evidenziare che in sala erano presenti molti docenti, alcuni rappresentanti delle forze dell’Ordine, ma i veri assenti erano le famiglie (ce n’erano poche). Nella speranza che tra il centinaio di persone collegate in streaming ci fossero numerosi genitori, il mio augurio è quello di aver offerto un contributo per far riflettere e per non arrendersi mai, combattendo per dei valori che devono essere portati avanti da tutti noi: come magistrati, insegnanti, assistenti sociali, come esponenti del servizio pubblico, come medici o come semplici cittadini. Perché è un dovere civico di tutti, trattare certe tematiche: ecco perché “La forza della legalità”.
Un sentito ringraziamento a tutti, soprattutto ai relatori che con tanta passione ci hanno raccontato la loro esperienza professionale.