9 luglio 2024 – Si terrà il prossimo 20 novembre il processo con rito abbreviato a carico di otto dei nove indagati nell’indagine della Dda e dei carabinieri del Ros che ha avuto il suo esito nell’operazione Inganno, scattata nel gennaio 2024, che ha portato alla notifica in carcere di misure cautelari per undici agguati, omicidi, tre casi di lupara bianca.
Hanno scelto l’abbreviato i collaboratori Salvatore Micale e Carmelo D’Amico, Giuseppe Gullotti, il boss riconosciuto di Cosa Nostra barcellonese in carcere anche per scontare la condanna quale mandante dell’omicidio del giornalista Beppe Alfano, e poi Salvatore “Sam” Di Salvo, il suo braccio destro, Stefano Genovese, Giuseppe Isgrò, ritenuto l’uomo di fiducia del boss Giovanni Rao, Carmelo Mastroeni, anche lui accusato dell’omicidio di Giuseppe Italiano, e Vincenzo Miano a cui viene contestato l’uccisione del meccanico Aurelio Anastasi assassinato il 4 gennaio ’93 nella sua officina di Barcellona perchè ritenuto confidente delle forze dell’ordine.
Nicola Cannone (deve rispondere dell’omicidio di Giuseppe Abbate, assassinato all’interno della sua macelleria di Barcellona la sera del 16 febbraio 1988) è stato l’unico, nel corso dell’udienza preliminare, a non chiedere il rito abbreviato, quindi la sua posizione sarà giudicata dopo un processo ordinario.
Durante l’udienza preliminare, l’avvocato Fabio Repici, difensore di fiducia di Salvatore Micale, è intervenuto sollevando un caso che ha del clamoroso e forse nessun precedente. L’avvocato Repici ha contestato la nomina, da parte di Salvatore Di Salvo, dell”abogado’ di fiducia Maurizio Sebastiano Marchetta (nella foto, ndr) (secondo l’ordinamento, non avendo acquisito il titolo di avvocato in Italia, Marchetta, iscritto all’Ordine degli avvocati di Milano, va appellato così per tre anni), già architetto e imprenditore (per qualche anno anche presidente del consiglio comunale di Barcellona), ritenendola incompatibile per tutta una serie di motivi tra cui un ricorso per Cassazione, a firma dell’avvocato Ugo Colonna, nell’interesse di Marchetta, nel quale Colonna sostiene che Marchetta imprenditore è stato sottoposto a estorsione, tra gli altri, anche dal capomafia Salvatore Di Salvo, assistito oggi da Marchetta avvocato.
Dopo l’intervento dei magistrati della Dda Vito Di Giorgio e Francesco Massara, che si sono rimessi alle valutazioni del giudice, e dello stesso Marchetta, che ha affermato che la richiesta fosse del tutto strumentale, il gup Arianna Raffa ha accolto l’eccezione e dichiarato l’incompatibilità difensiva (“nell’interesse di Di Salvo e degli altri imputati”), invitando l’imputato Di Salvo a rimuovere la nomina del difensore Marchetta entro 30 giorni. Di Salvo, nel frattempo, sarà difeso da un secondo difensore, l’avvocato Tindara Celi, che era stato già nominato precedentemente.
L’INDAGINE
Ad aprire un nuovo squarcio su quegli anni era stato l’ultimo collaboratore di giustizia in ordine di tempo, Salvatore Micale. L’ex killer della famiglia mafiosa barcellonese oltre ad autoaccusarsi dei casi di lupara bianca di Giuseppe Italiano e Giuseppe Porcino ha fatto i nomi di mandanti ed esecutori di numerosi omicidi. In alcuni casi vicende del tutto inedite. Il tutto poi riscontrato con altri pentiti di mafia fra cui gli ex padrini Carmelo D’Amico, Francesco D’Amico, Santo Gullo, Nunziato Siracusa e Carmelo Bisognano.
Enrico Di Giacomo (www.stampalibera.it)