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Posts published in “Editoriali”

A cura di Salvatore Borsellino

Tirannia e Mafia: due facce della stessa medaglia

Di Christina Pacella

Lo affermava Aristotele: la disuguaglianza porta instabilità. Mentre Platone credeva che i demagoghi sfruttassero la libertà di parola per instaurarsi come tiranni.

Di questi tempi è obbligo di ogni cittadino domandarsi: “Cosa avevano in mente i nostri Padri Costituenti quando scrissero la Costituzione?”

Una domanda necessaria per richiamare la memoria storica di questo Paese. Una domanda che dovrebbe riunire questo Popolo intorno ad un obiettivo comune, ovvero il ripristino della Democrazia.

Probabilmente, i Padri Costituenti immaginavo che la Democrazia sarebbe sempre stata sotto attacco e con essa, i nostri diritti. Immaginavano la reale possibilità di nuove ere dittatoriali. Da qui, la necessità di mettere per iscritto i principi fondamentali democratici che, come un faro, avrebbero sempre dovuto guidare la società, la politica e, coloro chiamati a governare la Nazione. Dunque, la Costituzione come antidoto alla tirannia.

Ma diamo un volto al fascismo. Proviamo a disegnarlo con le parole, come si fa per un identikit. I fascisti barattano la ragione per sostituirla con il volere. Rinnegano le verità oggettive a favore di una mitologia autocostruita e glorificata dai propri leader con l’intento di far credere al Popolo di avere una voce mentre smantella la Giustizia, unica garante di uguaglianza e quindi, di libertà. Il fascismo induce un Popolo in sofferenza ad un fenomeno che lo storico Timothy Snyder chiama “obbedienza anticipata”. Ci allineiamo, allineiamo le nostre azioni e, le nostre istituzioni ascoltando la percezione che abbiamo di quello che il potere si aspetta da noi. E lo facciamo ancor prima che ci venga chiesto. Non ottemperiamo sotto imposizione, bensì per abitudine o per paura. Suona familiare?

I fascisti hanno governato per un periodo lungo abbastanza da lasciare una eredità morale intatta. E seppur malata non è mai scomparsa, anzi, è diventata sempre più parte rilevante della nostra realtà quotidiana.

Per questo non possiamo vivere nel pensiero confortante ma illusorio che il nostro retaggio democratico ci proteggerà dall’insorgenza di nuove e più subdole forme di tirannia. Si dovrebbe piuttosto imparare dal monito dei Padri Costituenti. Un monito che ci chiede di esaminare la storia per capire fin dove si allungano le profonde radici del sistema tirannico. Solo così avremo strumenti adeguati a rispondere e debellare l’avvento di una nuova dittatura che arriva, come un Cavallo di Troia, per innestare l’albero della Democrazia con la sua marza velenosa.

Ma abbiamo un altro dubbio da frugare, un’altra domanda da porci. La tirannia può agevolare il sistema mafioso? Se ciò è possibile, come avviene?

“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo.”

Paolo Borsellino

 

Come non pensare a questa lezione di Paolo Borsellino. Si, una vera e propria lezione che ci mette in guardia perché Mafia e tirannia non sono opposti: sono alleati naturali in contesti dove contano più la forza e la fedeltà che la giustizia e la trasparenza.

La tirannia può agevolare la mafia in vari modi, poiché entrambe si basano su dinamiche di potere autoritarie, corruzione e controllo sociale.

In un regime tirannico o dittatura, che sia palesemente riconoscibile o meno, le istituzioni democratiche e giudiziarie sono indebolite o controllate.

La magistratura, per esempio, può essere usata come strumento del potere, non come garante della legalità. Cosa significa?

In uno Stato di diritto, la magistratura dovrebbe essere indipendente e imparziale. Il suo compito è quello di applicare la legge in modo equo e giusto, garantire i diritti dei cittadini e, controllare che il potere politico e amministrativo agisca nel rispetto delle leggi.

In questo ruolo, la magistratura è garante della legalità, ovvero, assicura che nessuno sia al di sopra della legge, nemmeno i potenti.

Non è più garante invece, quando i magistrati non agiscono in modo indipendente e sono influenzati oppure controllati dal potere politico o da altri centri di potere. Quando le decisioni giudiziarie vengono usate per colpire avversari politici, dissidenti, giornalisti e, attivisti. E quando la giustizia viene manipolata per consolidare oppure legittimare il potere di chi governa. Vi viene in mente nessuno?

In questi casi, la magistratura non è più un arbitro neutrale, ma uno strumento attraverso cui il potere rafforza il proprio controllo, legittima scelte autoritarie e, reprime qualsiasi forma di opposizione.

Quando la magistratura non è indipendente, può trasformarsi da garante della giustizia a mezzo di persecuzione politica o di mantenimento del potere. È per questo che l’indipendenza della magistratura è uno dei pilastri fondamentali della democrazia.

C’è poi la corruzione sistemica. Il significato di questa dinamica è facilmente intuibile. È noto, infatti, che la tirannia per sua natura spesso si regge su un sistema di corruzione per mantenere il consenso tra élite e funzionari. Ed ecco che, cose come appalti truccati, protezione politica e impunità diventano moneta di scambio.

In tali dinamiche la mafia entra facilmente come partner economico o braccio operativo.

Ma i modi in cui la tirannia agevola la mafia non finiscono qui. Parliamo per esempio della soppressione della società civile e della stampa. Non scopriamo l’acqua calda se diciamo che la tirannia limita la libertà di stampa e di associazione. I giornalisti e gli attivisti che denunciano mafia e corruzione sono messi a tacere. Di conseguenza le comunità non hanno strumenti per organizzarsi e difendersi dal crimine organizzato. Ricordiamo in tal senso, ancora una volta, le parole di Paolo Borsellino:

 

“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, però parlatene!”

 

Economia sommersa e clientelismo sono problemi gravi che nutrono la mafia.

In una tirannia, l’economia è spesso centralizzata e distorta con ricadute pesanti sulla società. In questo caso le mafie vanno a riempire i vuoti economici offrendo lavoro, protezione e “servizi” alternativi. Infatti, il clientelismo tirannico somiglia molto a quello mafioso: favori in cambio di fedeltà.

La tirannia non solo facilita, ma spesso coopera attivamente con la mafia, perché entrambe beneficiano dell’assenza di trasparenza, della repressione dei diritti e del controllo sociale. In molti contesti storici, mafia e regime si sono rafforzati a vicenda.

Noi possiamo decidere di informarci, di dare importanza ai fatti storici. Possiamo decidere di vedere e osservare con occhio critico il presente. Possiamo dotarci degli strumenti necessari per intervenire se reputiamo che la Democrazia in cui crediamo di vivere, in cui desideriamo vivere sia in pericolo. Oppure possiamo cadere nell’oblio dell’obbedienza anticipata e lasciare che la storia macabra delle dittature e delle tirannie che nella storia si sono succedute colpiscano anche noi, i nostri figli e, i nostri nipoti, condannando l’umanità a vivere dentro un loop di ingiustizie e di sofferenza.