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‘Mario Mori abbia la decenza di tacere’

22 maggio 2023 – Anche se è vero che Mario Mori era stato il primo a parlare di trattativa, ma soltanto durante un processo, adesso, dopo la sentenza della Cassazione che assolve chi quella trattativa ha iniziato e portato avanti allo scopo di assolvere se stesso, lo stesso Stato che la ha inspirata e permessa, adesso ha messo da parte ogni ritegno e proclama alla stampa “Rifarei tutto, anche la trattativa con Ciancimino”.
Dovrebbe prima mettersi d’accordo con la pletora dei giornalisti e degli organi di informazione, che, dopo la sentenza che lo assolve, hanno scatenato la canea di proclami “Smentita la trattativa”, “La trattativa non è mai esistita”, “La trattativa è una boiata pazzesca”.
Quella stessa stampa che ha subito ritirato fuori, come lo stesso Mori, quel dossier mafia-appalti che a mio avviso è proprio l’elemento utilizzato degli stessi vertici del Ros per distogliere l’attenzione dai veri motivi della strage di Via D’Amelio.
Ma prima di fare queste affermazioni, o altre come la seguente “Quando mi sono sentito solo, Borsellino e Falcone mi hanno dato la forza di andare avanti. Lo dovevo per dignità professionale. Lo dovevo all’amico Falcone, a Paolo Borsellino, a tutti i nostri morti. Lo dovevo a loro”, prima di tirare in ballo, chiamandoli addirittura amici, i morti che non possono più parlare, il Sig. Mori dovrebbe avere la decenza di riflettere a che cosa ha portato quella trattativa che lui “rifarebbe”.
Non ha fermato le stragi, non ha avuto quegli effetti “solidaristici” che avrebbe dovuto avere secondo un’altra sentenza, non ha salvato vite umane, ha salvato e preservato soltanto la latitanza di Provenzano ma a prezzo di altre morti, della vittime innocenti della famiglia Nencioni, delle vittime di Via Palestro.
E cosa sono questi, forse dei “danni collaterali”?
Abbia la decenza di tacere, di non nominare i nomi di persone come il magistrato Paolo Borsellino e il magistrato Giovanni Falcone che una trattativa tra Stato ed antistato, un accordo con una fazione mafiosa per combatterne un’altra, non l’avrebbero mai né concepita né accettata.
Salvatore Borsellino

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