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Padrini e padroni contro Gratteri

A distanza di poco più di un mese dall’operazione Rinascita-Scott della Procura di Catanzaro, nella quale sono finiti ‘ndranghetisti, insieme ad imprenditori ed a politici di spicco, un vertice in Prefettura ha ritenuto opportuno rafforzare la scorta al magistrato Nicola Gratteri, con l’arrivo di due Suv corazzati nonché la cancellazione di tutti gli incontri pubblici del Procuratore. Si teme un attentato con armi da guerra, organizzato non da una cosca, ma da una coalizione di cosche calabresi appoggiate (o incaricate?) da masso-mafia, magistratura deviata e politica corrotta.

In questo clima da guerra, risuonano profetiche le parole di Nicola Gratteri, in tempi non sospetti, mise nero su bianco nel suo libro “Padrini e padroni”: “Fino a quando si continuerà a fingere di non vedere? E cosa deve succedere che non sia già successo per scuotere i Palazzi e mettere fine a questa lunga e pericolosa convivenza? […] I padrini sono anche padroni e molti, troppi continuano a girarsi dall’altra parte, avviluppati dall’indifferenza”.

Il nostro Stato, che non ha saputo proteggere i suoi figli migliori, accompagnandoli al martirio, non si svegli, anche stavolta, dopo il boato. Uno Stato degno di questo nome non rimedia, ma previene.

Gratteri già lo chiedeva e cercava di aprirsi una strada quando, nel 2016, sempre in “Padrini e padroni”, scriveva: “‹‹La paura – diceva Paolo Borsellino – è normale che ci sia, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. E il coraggio lo devono dare politica e istituzioni, con l’appoggio della società civile.›› Chi lotta contro la mafia non può e non deve sentirsi solo.”

La notizia che i boss avrebbero già assoldato un killer per uccidere Gratteri ed una politica inerme a tutti i livelli, da alcune amministrazioni comunali passando per talune Province e Regioni fino ad arrivare al livello nazionale, non sembra forse formare un’aria inquietante di un velato “alla fine a noi non importa nulla”? E non si dice, forse, che chi tace acconsente?

Errata “Gratteri come Falcone”, cit. On. Morra;
Corrige “Gratteri, caro Stato, stavolta non come Falcone”.

Federica Giovinco

 
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