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Presentazione la Repubblica delle Stragi – Torino

La Repubblica delle stragi Salvatore Borsellino

Salvatore Borsellino: “Mio fratello era un soldato e se un soldato va in guerra, può capitare che il nemico lo uccida ma non è normale che muoia per il fuoco che gli arriva dalle spalle

Il 20 ottobre 2018 si è svolta, nell’ Aula Magna dell’ ITIS Avogadro di Torino, la presentazione del libro La repubblica delle stragi a cura di Salvatore Borsellino (PaperFIRST by il Fatto Quotidiano, Roma 2018). Sette gli autori del volume: Antonella Beccaria, Federica Fabbretti, Giuseppe Lo Bianco, Nunzia e Stefano Mormile, Fabio Repici e Giovanni Spinosa con prefazione di Marco Travaglio e supporto appassionato di Marco Bertelli.

Tra i relatori, provenienti da realtà diverse ma uniti da una comune sete di verità e giustizia ha preso per prima la parola la blogger Federica Fabbretti, Agenda Rossa della prima ora, precisando innanzi tutto che quando si accenna allo “stato deviato” non si intendono le istituzioni in quanto tali ma singoli esponenti o al limite gruppi di persone, senza generalizzare. La relatrice si è soffermata sul peso che, nel periodo approfondito dal volume (1978 – 1994) hanno avuto le trame ordite congiuntamente da mafia, eversione neofascista e massonerie più o meno occulte, sfociate in una costante opera di depistaggio delle indagini relative alle stragi.

Fabbretti, dopo aver ricordato il ruolo avuto in quel periodo da personaggi quali Giovanni Aiello (scomparso nel 2017) e Rosario Pio Cattafi, ha ceduto la parola al secondo relatore, l’avvocato Fabio Repici legale di Salvatore Borsellino nel processo Borsellino quater e impegnato da sempre nel difficile compito di render giustizia alle vittime della mafia da Graziella Campagna alla coppia Agostino – Castelluccio, da Bruno Caccia ad Attilio Manca. Repici ha sottolineato come, nel racconto pubblico delle vicende di questi ultimi decenni, sia stato commesso un errore strutturale presentando le varie stragi talora solamente come mafiose, altre volte come terroristiche, altre ancora ad opera esclusiva della massoneria o di apparati deviati dello stato trascurando le sinergie tra le sopra citate organizzazioni. Tutto questo ha condotto a un risultato desolante: alcuni processi si trascinano da decenni e talvolta sono ancora in corso… le indagini preliminari: l’agente Agostino e la sua giovane moglie attendono giustizia da 30 anni, le vittime della strage alla stazione di Bologna da 38. Anche Repici ha chiamato in causa l’ex poliziotto Aiello (coinvolto nell’inchiesta Agostino – Castelluccio) e Cattafi, nella cui abitazione di Taormina, dopo la sentenza definitiva del maxiprocesso (30 gennaio 1992) presero a riunirsi massoni, imprenditori e uomini delle istituzioni. Proprio Rosario Pio Cattafi fu l’unico mafioso inserito nel cosiddetto protocollo farfalla per la gestione dei detenuti siglato tra i servizi segreti guidati da Mario Mori e il DAP, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria diretto allora da Tinebra. Fu per aver assistito suo malgrado agli incontri illegali tra uomini dei servizi e della ‘ndrangheta che Umberto Mormile, guardia carceraria, venne assassinato nel 1990. Infine l’avvocato Repici ha citato un caso legato al delitto Caccia, quando le indagini relative all’uccisione del magistrato (Torino, 1983) vennero delegate a un uomo del SISDE, Pietro Ferretti, il quale incredibilmente si avvalse della collaborazione del mafioso Francesco Miano.

Nel proprio intervento il terzo relatore, Giuseppe Lo Bianco de Il Fatto Quotidiano ha evidenziato come la storia d’Italia sia anche una storia criminale, purtroppo ignorata dai giornali e dalla televisione nell’ottica di un processo di mistificazione. Scopo di questo libro è proprio quello di portare alla luce una serie di dettagli celati all’opinione pubblica, precisando come ricatti e deviazioni siano stati all’ordine del giorno dalla strage di Portella della Ginestra in poi. Lo Bianco ha aggiunto che è ormai provato come ben tre governi di quegli anni (Ciampi, Amato e Berlusconi) fossero sotto ricatto da parte della mafia e si è domandato quante altre volte nella storia del nostro Paese ciò sia avvenuto all’insaputa del popolo italiano.

Infine ha preso la parola Salvatore Borsellino, precisando come questo libro costituisca al tempo stesso un punto di arrivo e di partenza. Grande è la soddisfazione per l’esito positivo del Borsellino quater con quella sentenza che ha sovvertito l’impianto processuale e ha definitivamente smascherato i depistaggi precedenti, giocati sulla dichiarazioni del pentito Scarantino ma Salvatore sa bene che la battaglia per arrivare alla verità sulle stragi sarà lunga e difficile. Ancora una volta Borsellino ha commosso tutti affermando, con un groppo alla gola: “Mio fratello era un soldato e se un soldato va in guerra, può capitare che il nemico lo uccida ma non è normale che muoia per il fuoco che gli arriva dalle spalle. (…) Verrà un giorno che la giustizia andrà a bussare alle loro porte e allora saranno nudi, davanti alla giustizia”.

In chiusura di serata è stato proiettato il video realizzato da Angelo Garavaglia Fragetta dal titolo Nuove ipotesi sul furto dell’Agenda Rossa. Il filmato, realizzato con pazienza certosina curando ogni dettaglio, esaminando minuto dopo minuto le proiezioni delle ombre sui palazzi di via D’Amelio, offre uno spettro più ampio relativamente all’identità e ai movimenti delle persone presenti sul luogo della strage nei minuti successivi all’esplosione.

di Roberto Tassinari – Movimento Agende Rosse Torino gruppo ‘Paolo Borsellino’

Link alla galleria fotografica

Presentazione de La Repubblica delle Stragi a Torino
video di Angelo Garavaglia Fragetta su Youtube

 

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