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Casa di Paolo a Grosseto: lezione di stile

di Marcello Campomori

Mercoledì 26 settembre Roberta Gatani e Rossella Onorato hanno partecipato all’incontro dal titolo «La Casa di Paolo: il sogno di Salvatore Borsellino»

Roberta e Rossella passano come il fuoco, attraversando i pensieri e il cuore dei presenti riuniti ad ascoltare, a godere per la fragranza di parole vere. Parole accompagnate dal sorriso, forgiate dall’impegno quotidiano, dalla passione che le spinge a trovare quelle giuste per avvicinare chiunque viva la possibilità di un incontro. Eravamo nella tenda dell’incontro dove non è scontato che ciò avvenga. Ieri è avvenuto e gli sguardi di chi aveva partecipato raccontavano un nuovo entusiasmo, quasi impazienti di imprimere una nuova svolta a tutto il lavoro svolto fino a quel momento. Sguardi che raccontavano la gioia che un orizzonte di ottimismo suscita in chi cammina fra dubbi e frustrazioni, o di una luce colta a sprazzi.

Personalmente trovo linfa per il mio lavoro in quello che Roberta chiama “approccio”; alle persone, alle attività, nella lettura della situazione, alla storia delle famiglie. Tutto ciò attesta una scelta di fedeltà e prossimità, radici che consentono di infondere forza vitale alle attività, le fronde della pianta, la bellezza visibile. Tanti fanno corsi per conoscere l’uso del computer, ma alla casa di Paolo non c’è differenza fra il computer e l’alimentazione, tra la falegnameria e il teatro. Non sono le attività che comandano, ma lo stile, la preparazione, il luogo, il senso di appartenenza reciproca che alza la qualità del tempo trascorso insieme.

Il senso e il valore della legalità trasmesso sulla via dell’esempio e della speranza, senz’altro la via più efficace per mostrare a tanti bambini un’altra vita, un altro senso di marcia. È grazie a questo spendimento vitale che le parole acquistano il loro valore, la loro inafferrabile capacità di in-segnare, di segnare dentro, nel profondo, il nostro sguardo sulle persone. Lo sguardo su di una persona non è forse un primo giudizio, un primo orientamento che decide del rapporto che posso avere con chi ho davanti?! Quando sono in classe vedo il futuro della nostra società, ricchezze da aiutare ad esplodere, o tremendi adolescenti che non so come gestire? Le loro vite sono avvolte dalla speranza, sono coperte dal credere in loro, o devono sottostare ai pregiudizi sulle nuove generazioni così incapaci di tutto?

La lezione di stile ricevuta ieri sera si pone come uno stimolo a non abbassare lo sguardo, per non vedere solo la polvere dei nostri risultati, ma per puntare in alto, luogo destinato a tutti.

Grosseto, 27 settembre 2018

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