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1992 – 2023 Il crinale della memoria

Mappa dei gruppi del Movimento delle Agende Rosse
Mappa dei gruppi del Movimento delle Agende Rosse

Gli anniversari sono un’occasione da non sprecare e quello della morte di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina ci aiuta a fare alcune considerazioni. Abbiamo capito in questi anni che la memoria ha molte sfumature e ci si può avvicinare a questa azione con atteggiamenti diversi. C’è chi la sfrutta per farla diventare l’ennesimo luogo di scontro politico, chi invece crede che sia sufficiente una degna celebrazione come si fa per altre ricorrenze, chi cerca di sfruttarla per ragioni personali, politiche, economiche (pubblicazioni di libri, autopromozione, visibilità, etc.).

Poi vengono i familiari delle vittime che coltivano la memoria giorno dopo giorno accompagnati da una sete di verità che non li abbandona mai. Individualmente c’è chi reagisce in un modo, chi in un altro, chi si consuma nella rabbia, chi non riesce a colmare un vuoto più grande di ogni sforzo, chi si chiude in un dolore inaccettabile, chi perdona, chi vuole continuare l’attività del proprio caro, ma tutti coinvolti dalla stessa quotidianità. Sono loro, i familiari, che ci introducono alla memoria attraverso la porta giusta, quella operosa, tenace e costante della ricerca della verità. Chi versa ancora il sangue della perdita di un familiare sa con esattezza che la ferita può rimarginarsi solo con la verità.

Chi vuole avvicinarsi a queste giornate deve sapere che salire sul vagone della memoria può portare a una destinazione imprevista o a uno scontro con coloro che della memoria se ne servono.

Alla scuola dei sopravvissuti dei campi di sterminio della Germania nazista impariamo che la memoria è un’opera quotidiana che non ammette tentennamenti e che fa appello a tutti coloro che sanno anteporre il bene comune a quello particolare. Queste parole pronunciate il 29 gennaio 1945 a Buchenvald le ho rilette immaginando di sentirle pronunciare sotto l’albero della pace piantato in via D’Amelio il prossimo 19 luglio e a seguire tutti i giorni dell’anno. Ho inserito una sola parola, tra parentesi, il resto non ha bisogno di altro che essere messo in pratica.

Un pensiero ci anima: “La nostra causa è giusta e la vittoria sarà nostra”. È per questo che giuriamo, in questi luoghi del crimine fascista (mafioso), davanti al mondo intero, che abbandoneremo la lotta solo quando l’ultimo responsabile sarà stato condannato, davanti al tribunale di tutte le nazioni.

Il nostro ideale è la costruzione di un nuovo mondo, nella pace e nella libertà. Lo dobbiamo ai nostri compagni uccisi e alle loro famiglie.

Alzate la mano e giurate per dimostrare che siete pronti alla lotta.  

Parole che rivolgo innanzitutto a chi scrive per dare continuità e incisività alla ricerca della verità affinché sia garantita la giustizia. Queste ferite aperte sono il libro di testo che insegna come vivere nelle proprie città, assumendo l’impegno di camminare sul crinale della memoria, come uno spartiacque che separa i servitori dello Stato dai parassiti, nascosti sotto mille travestimenti.

Ho guardato una mappa dei gruppi del Movimento delle Agende Rosse presenti in Italia e ho immaginato che diventassero una luce sempre accesa a servizio e a custodia della legalità. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiude il discorso per il suo insediamento al secondo mandato offrendo un’immagine nitida dell’Italia che sogna nella quale noi ci riconosciamo.

Fa appello ad una radice pre politica, al riconoscimento reciproco delle persone come colonna portante della vita delle nostre comunità, un’eco dell’art. 3 della nostra Costituzione:

Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, libero anche dalla complicità di chi fa finta di non vedere”. E sembra legare questa condizione a quella immediatamente successiva:

Dignità è assicurare e garantire il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente.

Molti prenderanno un microfono in mano in questi giorni per ripetere parole fastidiose e prive della vita che può sorreggerne il peso. Molti staranno in silenzio subendo l’ennesimo affronto del vampiro di turno. Noi delle Agende Rosse vogliamo stare in piedi percorrendo il crinale della memoria spinti dal desiderio della verità per rimanere sul solco di chi ci ha lasciato il testimone: “La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità” – Paolo Borsellino.

 

Grosseto, 15 luglio 2023                                                                     Marcello Campomori

Movimento Agende Rosse – Gruppo Agostino Catalano

 

 

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