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Trovato il mostro: è Genchi

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Fonte: www.gavavenezia.it e www.voglioscendere.it

Alla Procura di Roma, come pure nel Ros dei Carabinieri, lavorano anche magistrati e investigatori di prim’ordine. Ma ci vorrebbe la penna di un Camilleri per raccontare il tragicomico «caso Genchi». Genchi, per le sue consulenze per le Procure di Catanzaro e di Marsala svolte a Palermo, è indagato e perquisito dalla Procura di Roma, che non ha competenza a occuparsi di eventuali reati commessi a Catanzaro, a Marsala e a Palermo. La perquisizione è affidata al Ros, noto a Palermo per essere riuscito a non perquisire il covo di Riina nel ’93 e quello di Provenzano nel ’96.


Stavolta finalmente ci è riuscito: dipende dal nome dell’indagato. I pm romani sostengono di aver preso solo atti relativi a «Why Not». Bugia: il Ros ha asportato l’intero server del consulente, con gli originali di indagini riservatissime di numerose Procure, anche su uomini del Ros. A denunciare Genchi, oltre ai magistrati di Catanzaro (indagati a Salerno grazie anche al lavoro di Genchi), è stato Alberto Di Pisa, neo procuratore di Marsala, dove Genchi lavorava sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Di Pisa era un nemico acerrimo di Falcone, sulla cui morte Genchi ha indagato a lungo. La Procura di Roma che indaga su Genchi è la stessa che ha usato e usa tuttora Genchi come consulente; e che tiene in carcere, con accuse che cambiano ogni mezz’ora, due rumeni arrestati per lo stupro che non han commesso alla Caffarella. Modesta proposta: nominare Genchi consulente per scoprire lo stupratore; oppure incriminare Genchi per lo stupro della Caffarella.

 

MARCO TRAVAGLIO

in L’Unità, rubrica “Zorro”, 15 marzo 2009

Precisazione all’articolo di Marco Travaglio, che ringrazio (a scanso di fraintendimenti…) .

A me non risulta, allo stato, alcuna denuncia del Procuratore della Repubblica di Marsala dr. Alberto Di Pisa, che ha pure rilasciato alla stampa una dichiarazione sul punto.
Vedremo, quando me ne sarà data la possibilità, come stanno le cose.
La Procura di Roma mi ha pure impedito di prendere contezza del rapporto del ROS, che i giornali hanno pubblicato a spezzoni in modo strumentale, ricevendolo sicuramente da pubblici ufficiali e/o magistrati che ne erano in possesso e che erano tenuti a mantenere il segreto.
Quel segreto, però, vale solo per me, per impedirmi di difendermi ed espormi al linciaggio morale di interessati detrattori.
Sono accusato di condotte inconsistenti, grazie alle quali i magistrati della Procura di Roma – palesemente incompetenti – hanno sequestrato atti riservatissimi di indagini (riguardanti anche magistrati della stessa Procura di Roma), svolte in modo legittimo e sotto il controllo di Pubblici Ministeri e di Giudici, per conto di altre Autorità Giudiziarie dello Stato.
Quanto riportato da “il Velino” – portavoce della Procura della Repubblica di Roma – che ha puntualmente anticipato ogni iniziativa giudiziaria contro di me, contro il dr. Luigi de Magistris e contro le indagini di Catanzaro, è del tutto falso.
“La procura della Repubblica di Roma precisa: “La perquisizione presso la casa-ufficio a Palermo del vicequestore Gioacchino Genchi, disposta oggi dalla procura di Roma, riguarda esclusivamente l’inchiesta ‘Why not’ e gli accessi indebiti presso l’anagrafe tributaria”. E aggiunge: “Non saranno acquisiti o minimamente toccati dati e informazioni relativi alle consulenze e alle perizie che Genchi ha ottenuto rispettivamente dalle altre procure d’Italia o da altri giudici. Il tutto nel rispetto della segretezza delle indagini preliminari, tanto che agli operanti che hanno effettuato la perquisizione è stato precluso ogni accesso”. “La perquisizione è finalizzata alla verifica circa l’eventuale acquisizione di dati relativi ai tabulati di parlamentari raccolti in violazione della legge Boato” e di “dati su utenze di appartenenti ad esponenti dei servizi di sicurezza in violazione delle procedure previste dalla legge vigente per la formale opposizione del segreto di Stato e per la sua conferma o meno da parte della presidenza del Consiglio”.

Vedremo chi ha scritto sotto dettatura nel tempo i pezzi de “il Velino”, di Jannuzzi e, in particolare,del giornalista Vittor Ugo Mangiavillani, che ha firmato anche l’agenzia delle 19.14 del 13-03-2009. Quando ho dichiarato “hanno buttato la maschera” non mi ero affatto sbagliato e questo lo confermo. Ci sarà un bel da ridere … per non piangere!

Gioacchino Genchi


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