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Toro, nuovi guai: corruzione e favoreggiamento

I pm di Perugia accusano. Sullo sfondo il “porto delle nebbie” di Roma.

Corruzione e favoreggiamento sono le nuove accuse mosse ad Achille Toro dalla Procura di Perugia ormai titolare dell’inchiesta sull’ex magistrato romano. Che finora era indagato solo per “rivelazione di segreti d’ufficio”. Accuse che indubbiamente aggravano la sua posizione e che giustificano l’improvvisa decisione di abbandonare la toga. Ma, dicono gli amici, c’è anche il fatto che Toro si sarebbe però sentito tradito dai colleghi. Sembra infatti che i magistrati umbri abbiano preso la decisione dopo aver ascoltato i pm romani Sergio Colaiocco e Assunta Cocomello che non si sarebbero sottratti alle circostanziate domande sull’operato del procuratore aggiunto negli ultimi mesi. Toga contro toga sullo sfondo delle inchieste sui Grandi eventi pendenti presso la Procura di Roma – dai Mondiali di Nuoto, al G8, agli appalti per l’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia – proseguite con la consueta lentezza fino a quando i magistrati fiorentini non hanno autorizzato le intercettazioni che hanno portato alla luce il “comitato d’af fari” che si era insediato negli uffici della Protezione civile in via della Ferratella. Con tanto di funzionari soci occulti di uno stretto giro di costruttori, appalti pilotati e infiltrazioni mafiose.


“Un sistema di malaffare che non saremmo mai stati in grado di portare alla luce senza le intercettazioni”, hanno spiegato in questi giorni i magistrati fiorentini. Invece, a quanto sembra, lo scontro interno alla procura romana verteva proprio sull’uso delle intercettazioni, metodo di indagine poco applicato nell’ambito di inchieste sulla Pubblica amministrazione. E ieri, è stato il giorno dei mugugni e dei ripensamenti che hanno trovato sfogo in una lunga riunione nell’ufficio del procuratore capo Ferrara. Perché se da un lato le dimissioni di Toro tolgono dall’imbarazzo i colleghi romani, dall’altro l’onta delle accuse sempre più gravi che investono l’ex capo dell’ufficio non può che riversarsi sull’operato di tutti. Per riassumere l’atmosfera basta citare il commento di un pm: “Ci siamo presi una bella palata di m…. in faccia”. “Un padre e un figlio”, sembra il titolo di un film invece è una triste storia di ordinaria corruzione. Ora anche Camillo è accusato di “favoreggiamento personale”. Il giovane – secondo i pm di Perugia – non si sarebbe limitato ad agire per conto del padre, ma avrebbe cercato di ricavare in cambio del suo interessamento favori personali. Come quello di trovare una migliore collocazione all’interno del ministero delle Infrastrutture, dove proprio l’avvocato Azzopardi era riuscito a farlo assumere.

Rita Di Giovacchino (il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2010)

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