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Salvatore Borsellino rende omaggio ad Emanuela Loi, la semplicita’ degli uomini giusti

14 febbraio 2010 – Sestu (Ca). Sestu è il paese di Emanuela Loi, la prima donna poliziotta caduta quel 19 luglio del 1992 nella strage di Via D’Amelio. Il tritolo mafioso oltre a sventrare quel budello si è portato via con sé la vita del giudice Paolo Borsellino e quella dei cinque agenti di scorta.
Uno di loro è Emanuela Loi, aveva appena 24 anni.
Oggi a Sestu le hanno intestato una strada, la sala consiliare del Comune e da pochissimo un ponte, snodo fondamentale dell’hinterland cagliaritano, affinché non venga mai dimenticato il suo sacrificio estremo.
Il 12 febbraio scorso un corteo silenzioso le ha reso omaggio deponendo una corona di fiori al cimitero di Sestu dove si trova la tomba di Emanuela, vicinissima a quella dei genitori morti per il dolore per la perdita della figlia.
Anche Salvatore Borsellino è lì, in prima fila, insiemi a tanti giovani, e anche meno giovani, con in mano le agende rosse, a gridare giustizia, quella giustizia che tarda ancora ad arrivare. Ma che ognuno di noi deve pretendere se vogliamo che il nostro Paese rinasca su valori saldi, come quelli che testimonia la vita di Emanuela. Attimi di grande commozione appena Salvatore Borsellino si è avvicinato alla tomba di Emanuela. In silenzio ha osservato il suo volto sorridente, poi ha iniziato a sfogliare un’agenda rossa che aveva con sé. Appena ha trovato la pagina con la foto del fratello Paolo l’ha piegata e l’ha messa sulla tomba di Emanuela in un gesto di protezione. Quasi a voler dire che così come lei aveva protetto il giudice da viva ora era lui che proteggeva lei.


Questa “giovane” donna ha lavorato in silenzio dando una lezione di grande eroismo. Emanuela sapeva che stava andando incontro alla morte, così come lo sapevano Walter, Claudio, Vincenzo, Agostino e Paolo. Ecco perché rendere omaggio a tutti loro oggi significa che dall’indignazione dobbiamo passare all’azione, significa fare ogni giorno “qualcosa” per estinguere quel debito che abbiamo nei confronti di tutti loro. Certamente se analizziamo che cosa è accaduto da 17 anni a questa parte il bilancio è drammatico. Lo sgretolamento di ogni parametro di trasparenza mai, come in questo periodo, è precipitato tanto in basso e mai come oggi i disvalori sono diventati il modello di riferimento, la magistratura è stata messa al banco e sono state varate leggi ad personam. Questo “golpe bianco”, come lo definisce Oliviero Beha, è avvenuto un po’ alla volta senza che ce ne potessimo accorgere. Ma ora è arrivato il momento di riappropriarci di ciò che ci appartiene: la verità sulle stragi che hanno insanguinato il nostro paese. Filo conduttore degli interventi prima del giornalista Lorenzo Baldo e poi del collega Pietro Ricca nel dibattito tenutosi durante il pomeriggio nell’aula consiliare del comune di Sestu “Omaggio ad Emanuela Loi. La forza della legalità, la forza del coraggio” organizzato dai giovani dell’associazione “Penso libero” di Sestu. Un pubblico molto partecipato ha ascoltato con grande attenzione le parole dei relatori. A chiudere l’incontro è stato Salvatore Borsellino che con le parole rotte dall’emozione ha gridato il nome di Emanuela con tutto il fiato in gola scuotendo i presenti in sala.I nfatti mai come in questo momento si sente forte la necessità di arrivare alla verità. E il movimento delle agende rosse, così come il movimento spontaneo nato a Caltanissetta per tutelare i magistrati minacciati da Cosa nostra e il sit-in del 13 a Palermo sono una prima risposta della gente, sono la dimostrazione che si respira un’aria nuova. E l’incontro di Sestu ne è una ulteriore conferma.

Maria Loi (
Antimafiaduemila, 14 febbraio 2010)

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