29 mar 2024 – “In questo processo la locuzione ‘Deep State’ assume le sfumature più variegate che vanno ben oltre quello che in qualunque processo ci si sarebbe potuti aspettare. Dall’istante dopo l’omicidio di Nino Agostino e Ida Castelluccio, la squadra mobile di Palermo, nella persona del suo responsabile, Arnaldo La Barbera, ma non solo, ha depistato in modo scellerato le indagini, inventando una causale che definire farlocca è poco”. A parlare è l’avvocato Fabio Repici nella sua arringa difensiva davanti alla Corte d’Assise di Palermo presieduta da Sergio Gulotta (a latere Monica Sammartino) nell’ambito del processo sul duplice omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie incinta Ida Castelluccio, avvenuto il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini. Un procedimento che vede sul banco degli imputati il boss dell’Acquasanta Gaetano Scotto e il sedicente amico d’infanzia di Nino, Francesco Paolo Rizzuto, rispettivamente accusati di duplice omicidio aggravato in concorso e di favoreggiamento. La procura generale nelle scorse settimane ha chiesto l’ergastolo per Scotto e l’assoluzione per Rizzuto. Con l’udienza di ieri si sono concluse le parti civili. Repici è il legale di Annunziata e Flora Agostino (sorelle di Nino) e dei genitori: “La mai abbastanza compianta Augusta Schiera e Vincenzo Agostino, costretto a una tenacia granitica e insostenibile per chiunque altro al mondo” a causa della tragedia che li ha investiti.
Fonte: AMDuemila
Comments are closed.