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Lettera di Martina del 16 Aprile 2008

La resa dei conti che tutti attendevano è arrivata e non è stata per niente piacevole.
Ho aspettato un po’ di giorni a scrivere perchè nel frattempo cercavo di riprendermi dallo shock post elettorale.
Mia madre e mio padre mi hanno detto di cambiare lavoro perchè adesso si mette veramente molto male (naturalmente non lo farò).
Comincio a temere che anche quel minimo di democrazia che resisteva in Italia possa essere spazzato via dal team di mafiosi che è stato eletto. 
Ho paura che Santoro e soprattutto Travaglio non sopravvivano a lungo nella televisione pubblica, minacciati dallo psicopatico.
Ho paura che la verità sulla strage di Via D’Amelio finchè ci sarà lui (il Presidente del Consiglio), non potra essere nè trovata nè cercata (troverà il modo anche per negarci di cercarla).
Ho paura di non poter più scrivere quello che mi pare, girando su internet ho trovato un emerito coglione vicentino e berlusconiano il quale diceva che da oggi iniziava la caccia agli oppositori (ovvero chi non ha votato lo psiconano).
Io sono orgogliosa di non averlo votato e come sempre continuerò a dichiarare il mio voto a voce alta perchè non solo non me ne vergogno ma ne sono orgogliosa: ho votato l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro, l’unica lista senza pregiudicati, uno dei pochissimi che si è ribellato all’indulto, che ha difeso De Magistris, la Forleo e l’indipendenza della magistratura, l’unico che dopo il discorso di Mastella dimissionario non gli ha dato la sua solidarietà.
Se domani qualcuno viene a puntarmi una pistola alla tempia per dirmi di rinnegare il mio voto io non lo farò, perchè non ha senso vivere senza ideali, senza valori e senza un motivo valido per continuare a farlo con dignità e senso del dovere (qualunque esso sia).
Le mie compagne di classe ieri mattina non riuscivano a spiegarsi come un personaggio del genere abbia potuto ingannare così tanta gente, come si possa continuare a lottare con la maggioranza del paese contro.
Nonostante non lo capiscano, le mie compagne vanno avanti lo stesso, senza curarsi del fatto che vanno contro un muro bello tosto ed io con loro.
Ma noi non ci arrendiamo, bisogna sfondarlo questo muro e per un motivo molto semplice ma allo stesso tempo fortissimo ed è proprio per questo che non decade mai (nonostante tutto): l’Italia è il nostro paese, il posto dove siamo nate e dove vogliamo vivere, è molto comodo andarsene da ciò che non ci piace, molto più difficile è cambiarlo, ciò che non ci piace.
Noi giovani (una parte), quelli di cui parlano al telegiornale generalizzando (senza pensare al fatto che non siamo tutti uguali) definendoci bulli, drogati, alcolizzati, maleducati, ignoranti, senza futuro, noi che secondo loro siamo la rovina di questo paese, noi che sono in pochissimi a darci fiducia e a spronarci, noi che non ci stiamo a scappare dal nostro paese per andare in un posto migliore, noi che questo paese vogliamo cambiarlo e se non ci riusciamo almeno ci abbiamo provato.

Martina

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