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Lettera da Stefano

 

 

“Vero siciliano D.O.C.”

Partiamo da qui.
Avete visto la recente pubblicità di questa casa vinicola siciliana? Purtroppo non ho trovato il video, il quale sarebbe stato molto esplicativo, quindi tenterò di spiegarla da me.

Il patriarca siciliano della casa in cui ci troviamo si trova ad avere a che fare con una bottiglia di vino Corvo vuota. Si siede a tavola e comincia a chiedere ai suoi parenti se hanno bevuto loro quel vino. La risposta è sempre “nze” la quale sta per un bel no spassionato e menefreghista. Senza giri di parole, simboleggerebbe l’omertà siciliana.

Alla fine dell’interrogatorio, il patriarca siciliano conclude che il vino si è bevuto da solo… e la pubblicità si chiude con la sigla “Corvo, un vero siciliano D.O.C.”

Prima cosa: il vino pubblicizzato non è D.O.C. bensì è un Sicilia IGT (quindi non denominazione di origine controllata ma un indicazione geografica tipica della Sicilia) ovvero un vino di una spanna inferiore al D.O.C.

Seconda cosa: vedendo la pubblicità, al di là del fatto che quel vino non è D.O.C., pare quasi che si voglia affermare che la qualità (questa sì D.O.C.) dei siciliani sia l’omertà, dato che nessuno ha ammesso di aver bevuto il vino.

Concludendo, questa pubblicità è molto equivoca. Il messaggio implicito non mi piace. L’omertà non va nel modo più assoluto innalzata a qualità benemerita dei siciliani.

Perchè stando a quel che so io, veri siciliani D.O.C. sono quelli come Falcone, Borsellino, Ninni Cassarà, Libero Grassi, Pippo Fava e potrei continuare ancora. E la loro qualità principale non era certo l’omertà.

Spero di essermi spiegato.

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