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La strage di Via Carini

Carlo Alberto dalla Chiesadi Giuseppe Carbone

Il 3 settembre 1982, in un agguato di puro stampo mafioso, fu ucciso il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, nominato da pochi mesi Prefetto di Palermo. Dopo aver inferto un durissimo colpo alla formazione criminale delle “brigate rosse”, il Generale fu mandato a Palermo con il compito preciso di stroncare la mafia. Purtroppo, lui come tanti altri, fu lasciato solo ed abbandonato da quello Stato a cui avevano giurato fedeltà. Quello stesso “Stato” deviato, mandante e complice che lasciò soli anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Con quel vile attentato morirono anche la giovane moglie, Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo che viaggiava su un’altra auto di servizio.
Per l’omicidio Dalla Chiesa, di sua moglie e di Domenico Russo, furono condannati all’ergastolo Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nené Geraci. Rimangono tutt’ora impuniti i complici o mandanti dai colletti bianchi.
Come dice sempre Salvatore Borsellino, le vie di Palermo non hanno più il nome della toponomastica, ma hanno assunto quello della strage che li accomuna, ecco perché i palermitani non chiamano più questa strada Via Carini, ma la via dove hanno ucciso il Generale Dalla Chiesa!
Sul luogo dell’agguato, qualcuno pose un cartello: «Qui è morta la speranza dei siciliani onesti».

Anche per il Generale Dalla Chiesa, sua moglie Emanuela e l’agente Domenico Russo è alzata in alto un’Agenda Rossa in nome della verità e della giustizia
Giuseppe Carbone
A.R. Genova

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