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La scorta per la memoria di Alessia

Il primo giorno ho avuto la conferma che sarei dovuta ritornare per i restanti giorni da una coppia di ragazzi venuti da Roma proprio perché la mamma ha sempre parlato alla ragazza di Paolo Borsellino. Ho iniziato a parlare dell’ulivo, grazie a tutto quello che avevo appreso in mattinata da Davide Minio e Alessandra Giustiniani, e improvvisamente la ragazza scoppia a piangere e per un momento mi sono dovuta fermare perché stava mettendo in difficoltà anche a me: mi sono ritrovata davanti una ragazza di venticinque anni, figlia come me di quelle stragi, che sembrava avesse perso l’amico di una vita. Questi ragazzi danno un sospiro al cuore, avere la conferma che nel mondo persone pure ce ne sono a volte da’ sollievo, come se fosse carburante.

Sembra di stare in una bolla sotto quell’albero, un’altalena di emozioni, si passa dalle risate alla nostalgia. Salvatore Borsellino è la persona più genuina che abbia mai conosciuto, ogni volta che era presente lo guardavo meravigliata mentre raccontava seduto sul muretto di suo fratello. E la quantità di volte in cui mi ha ringraziata descrivono il grande cuore che ha. Mentre cercavo di buttare giù qualche parola, con il magone alla gola, ieri durante l’ultima diretta, ci stringevamo forte la mano, come se lui facesse forza a me e io forza a lui. Entrambi ci davamo forza, e quella stretta me ne darà ancora per molto.

Nonostante la relativa brevità della mia permanenza lì mi mancheranno le belle sensazioni, le carezze dell’ulivo, il caldo asfissiante e raccontare (e ascoltare soprattutto) Paolo Borsellino e i suoi ragazzi. Ma questo si deve continuare a fare e non lasciare che sia solo “l’emozione di un momento”. Ho appreso dai familiari cose che non conoscevo, la parte umana dei ragazzi che molte volte passa in sordina. Ho appreso il senso dello Stato e delle istituzioni da chi le ha onorate sapendo la fine che avrebbe fatto, nonostante tutto.

In uno dei suoi libri più famosi Harper Lee definisce il concetto di coraggio, che non è rappresentato da un uomo con il fucile in mano, bensì contrariamente avere coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada; in questi casi è raro vincere ma qualche volta succede. Ecco, Paolo e i suoi ragazzi hanno vinto.
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Alessia D. (17 anni)

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