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De Magistris, inchieste avocate per bloccare il pm

DE MAGISTRIS: SALERNO, “INCHIESTE AVOCATE PER BLOCCARE PM”  (AGI)

Catanzaro, 2 dic. – Per quanto attiene all’inchiesta “Why not”, secondo la Procura di Salerno essa sarebbe stata avocata a Luigi De Magistris in maniera illegale. Per gli inquirenti, inoltre, sarebbe stata dovuta l’attivita’ investigativa nei confronti dell’ex ministro Clemente Mastella, la cui posizione fu in seguito archiviata dal pool subentrato al pm napoletano. I magistrati campani scrivono infatti nel decreto di perquisizione e sequestro la cui esecuzione e’ in corso da stamane, come sia “emerso che corretta e doverosa era l’indagine del dott. De Magistris nei confronti dell’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella e che l’avocazione del fascicolo ha impedito la prosecuzione della stessa anche nei confronti di Mastella”. I magistrati di Salerno scrivono, nel provvedimento destinato agli indagati, di una “patologica attivita’ di interferenza in un disegno corruttivo teso a favorire, tra gli altri, Antonio Saladino, Giancarlo Pittelli, ed il ministro della Giustizia Mastella”.

Sempre relativamente a Why not, i magistrati considerano illegale la revoca dell’incarico al consulente tecnico d’ufficio Gioacchino Genchi, inizialmente nominato da De Magistris. Rispetto a cio’ il concorso in abuso d’ufficio, il favoreggiamento ed il falso ideologico sono contestati all’avvocato generale facente funzioni di procuratore generale Dolcino Favi, all’allora procuratore capo Mariano Lombardi, ed all’aggiunto Salvatore Murone. Riguarda invece la vicenda dei tabulati telefonici acquisiti da De Magistris nell’ambito delle indagini un ulteriore capo d’imputazione contestato dalla Procura di Salerno. Il pool campano, infatti, contesta al procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli, a Favi, ai sostituti procuratori generali Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo i reati di concorso in abuso d’ufficio, favoreggiamento e falso ideologico, con riferimento alle deleghe conferite al Ros dei carabinieri di Roma per l’analisi dei tabulati, in quanto “si prospettavano falsamente illegittimita’ ed illiceita’ che sarebbero state commesse dal pm dott. De Magistris, anche con strumentali segnalazioni disciplinari nei confronti di quest’ultimo”. Secondo gli inquirenti, invece, “non e’ emersa alcuna irregolarita’ di De Magistris”.

DE MAGISTRIS: PM SALERNO, FERMATO DA AVOCAZIONE INCHIESTE (ANSA) 

CATANZARO, 2 DIC – ”La sottrazione dei procedimenti Poseidone e Why Not a De Magistris e la loro successiva gestione e’ servita a fermare il magistrato, danneggiare lui, consulenti tecnici e persone informate sui fatti, ostacolare le inchieste, smembrarle, disintegrarle e favorire taluni indagati”. E’ quanto sostengono i magistrati di Salerno nel decreto di perquisizione notificato a magistrati della Procura generale e della Procura della Repubblica di Catanzaro. Per i magistrati salernitani ”corretta e doverosa era l’indagine nei confronti di Mastella e l’avocazione del fascicolo Why not ha impedito la prosecuzione della stessa anche nei confronti di Mastella”. I magistrati parlano poi di una ”patologica attivita’ di interferenza in un disegno corruttivo teso a favorire, tra gli altri, Antonio Saladino, Giancarlo Pittelli, e Mastella” definendo ”illecita” la richiesta di archiviazione per Mastella. Secondo i pm campani l’iscrizione di Mastella nel registro degli indagati ”fu doverosa in quanto vi erano plurimi elementi indiziari” e De Magistris ”e’ stato oggetto di calunnia” perche’ ”si e’ voluto far credere che avesse un conflitto di interesse nei confronti dell’allora ministro che chiedeva il trasferimento del pm che faceva indagini in un procedimento che vedeva coinvolto anche lo stesso Mastella”. Per la Procura e’ stata illegale anche la revoca dell’incarico al consulente nominato da De Magistris, Gioacchino Genchi dal momento che ”non e’ emersa alcuna irregolarita”’. In merito a Poseidone, i magistrati campani reputano ”illegali” i ”provvedimenti di stralcio e le richieste di archiviazione” di alcuni indagati, tra i quali Giancarlo Pittelli, il generale della guardia di finanza Walter Cretella Lombardo, Giuseppe Galati, l’ex presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti, e il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa.

DE MAGISTRIS: APERTA PRATICA A CSM (ANSA)

ROMA, 3 DIC (14.28) - Il Csm ha aperto una pratica sulla vicenda dei magistrati di Catanzaro indagati dalla Procura di Salerno per le avocazioni delle inchieste Why not e Poseidone al pm Luigi De Magistris.  Lo ha reso noto il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, spiegando che il fascicolo è stato affidato alla prima commissione di Palazzo dei Marescialli. La pratica riguarda sia le notizie di stampa, ha spiegato Mancino, sia la lamentela avanzata dal procuratore generale di Catanzaro al Csm, Vincenzo Iannelli, sul sequestro compiuto ieri “di un intero fascicolo, relativo all’ inchiesta Why not”. Un problema quest’ultimo sollevato da Iannelli in un colloquio telefonico ieri mattina con lo stesso vicepresidente del Csm. Dopo questa conversazione la Procura generale di Catanzaro ha inviato a Palazzo dei Marescialli “una documentazione, non ancora completa”, ha detto ancora Mancino, spiegando che l’ufficio requirente aveva annunciato l’invio di altre carte “a giustificazione della lamentela del pg” che non sono giunte ancora al Csm. Carte che sono attese dalla Prima commissione per potere cominciare ad esaminare il caso.  Mancino ha anche reso noto di aver chiamato ieri il procurate generale di Salerno per avere notizie sull’accaduto, notizie che il suo interlocutore però non sarebbe stato in grado in quel momento di dargli.


MANCINO: MIO COINVOLGIMENTO? STAREMO A VEDERE, MAI AVUTI RAPPORTI CON SALADINO

“Io non ne so nulla, staremo a vedere”. Così il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento circa le indiscrezioni di stampa su un nuovo possibile filone di indagine della Procura di Salerno che lo riguarderebbe anche per presunti legami con l’imprenditore Antonio Saladino. “Abbiamo fatto un altro ufficio istruttorio”, ha aggiunto Mancino riferendosi ancora alle notizie di stampa.
 
”Con Saladino non ho mai avuto rapporti di alcun genere”. Il vice presidente del Csm Nicola Mancino smentisce l’ipotesi di presunti legami con l’ex presidente della Compagnia delle Opere. Di lui dice, ”lo conosco solo di nome , come e’ inevitabile per chi come me anche per le sue attivita’, pregresse e recenti, legge i giornali”.

 
SEQUESTRO BLOCCA INCHIESTE WHY NOT E POSEIDONE

Sono bloccate le inchieste Why Not e Poseidone dopo il sequestro degli atti delle due indagini disposto dalla Procura di Salerno. I fascicoli delle due inchieste, sequestrati in originale, sono stati conservati in una stanza al primo piano dove ha sede la Procura generale di Catanzaro ed alcuni carabinieri di Salerno, rimasti nel capoluogo calabrese, stanno provvedendo ad indicizzare tutte le carte.
Con il sequestro degli atti e’ praticamente bloccata l’attivita’ del pool di magistrati della Procura generale e della Procura ordinaria che avevano praticamente concluso l’inchiesta Why Not su presunti illeciti nell’utilizzo di finanziamenti nazionali e comunitari. I magistrati, infatti, avevano gia’ definito le posizioni dei singoli indagati ed erano attese, nei prossimi mesi, le richieste di rinvio a giudizio e di archiviazione. Anche l’inchiesta Poseidone, condotta dal pm Salvatore Curcio, e’ allo stato bloccata. Pure in questo caso, secondo quanto trapelato da fonti giudiziarie, il magistrato era sul punto di chiudere l’attivita’.

 

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