Dopo il suo arresto il politico democristiano si sarebbe sentito scavalcato nella trattativa che lui stesso aveva condotto con lo Stato. Questo lo portò a fare alcune considerazioni paragonando arditamente la sua posizione a quella del giudice Borsellino: entrambi, aveva scritto, erano stati traditi da persone ritenute vicine. In quel ’92 infatti, nel progetto di rinascita politica, il vecchio sindaco corleonese era stato “tagliato fuori” da Provenzano mentre Paolo Borsellino sarebbe stato ucciso grazie al “tradimento” di persone che avrebbe considerato amiche. Tutte le valutazioni del caso adesso spetteranno comunque ai magistrati che sulle nuove carte potranno avviare tutte le verifiche peritali. Ciancimino nel frattempo si difende nel suo processo in abbreviato sull’affare della “Gas spa” (che si sta svolgendo a porte chiuse) il quale gli ha procurato una condanna in primo grado a 5 anni e 8 mesi per riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Stamani, a fine udienza, ha dichiarato: “Nella mia vicenda processuale ci sono molti fatti strani: atti che non vengono trasmessi alla corte d’appello, intercettazioni divenute irrilevanti e non trascritte mentre secondo la mia difesa sono a me favorevoli”. “Io voglio essere condannato per quello che ho fatto e non per quello che non ho fatto”. “Il processo di primo grado – ha aggiunto – è basato su una posizione pregiudiziale di colpevolezza nei miei confronti”. “Perché hanno processato soltanto me e invece non hanno mai chiesto niente ai miei fratelli?” “Sulle vicende di famiglia loro forse sapevano pure qualcosa ma l’obiettivo unico e principale ero io”. Ciancimino nei prossimi giorni comparirà nuovamente dinanzi al Collegio al quale leggerà alcuni stralci d’intercettazione ambientale che non erano stati depositati a processo.
Silvia Cordella (Fonte: Antimafiaduemila.com, 29 ottobre 2009)
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