CONTRADDIZIONI – Per la Corte le accuse sono dilatate nel tempo e, soprattutto, piene di contraddizioni mai risolte. Inizialmente Ciancimino aveva negato di avere informazioni su Dell’Utri e che solo dopo oltre un anno avrebbe parlato del senatore. Cose, inoltre, che non sapeva direttamente ma che gli sarebbero state riferite dal padre morto che, a sua volta, le avrebbe apprese da altri. «Siamo di fronte – si legge nell’ordinanza – a un de relato di secondo grado, che non è riscontrabile». In relazione alle dichiarazioni sugli investimenti di Cosa Nostra nel complesso edilizio Milano 2 e su presunti rapporti tra Dell’Utri e gli imprenditori mafiosi Buscemi e Bonura, la Corte ha ritenuto che le cose dette da Ciancimino siano estremamente generiche. Infine, a proposito del “pizzino” finito agli atti del processo e scritto da Provenzano a Vito Ciancimino, in cui si faceva cenno al presunto interessamento “del nostro Sen.”, i giudici hanno ritenuto che essendo il messaggio del 2000, periodo in cui Dell’Utri era deputato e non senatore, è incongruo identificare il personaggio indicato nel biglietto con l’imputato. Il processo è stato aggiornato al 19 marzo per l’inizio della requisitoria del pg Gatto.
I LEGALI DI DELL’UTRI – Nel corso dell’udienza i difensori del senatore, Nino Mormino e Alessandro Sammarco, avevano annunciato di non opporsi alla deposizione di Ciancimino ma lasciando alla Corte la decisione sull’ammissione della deposizione. L’intervento dei due legali è stato comunque molto critico nei confronti del testimone: in più passaggi hanno stigmatizzato la contraddittorietà delle sue dichiarazioni denunciando «il tentativo, da parte dell’accusa, di andare oltre i temi del processo», per coinvolgere nelle vicende giudiziarie di cui si discute il premier Berlusconi.
«ENORME MOLE DI OMISSIS» – Hanno inoltre denunciato, ritenendola preoccupante, «l’enorme mole di omisiss» presenti nei verbali resi da Ciancimino e depositati dal Pg alla Corte. «La Procura – ha detto Mormino – sostiene che le parti omissate sono relative a indagini che non riguardano questo processo, ma noi siamo certi che non è così, in quanto tutti i passaggi secretati sono inseriti nelle deposizioni relative agli investimenti di Ciancimino su Milano 2, una materia fondamentale per questo processo». Sempre sui presunti investimenti dell’ex sindaco di Palermo nel complesso edilizio milanese, realizzati secondo l’accusa tramite Dell’Utri, il legale ha aggiunto: «Su questo aspetto c’è da segnalare un’incongruenza temporale perché la realizzazione di Milano 2 si concentra tra il ’70 e il ’73, periodo in cui Dell’Utri non era neppure a Milano».
Il corriere (Redazione online)
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