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A Sestu la rabbia e la speranza di Salvatore Borsellino

A Sestu la rabbia e la speranza di Salvatore Borsellino. “Il cancro della mafia è arrivato ai vertici dello Stato”

(IlMinuto) – Cagliari, 13 febbraio – “Andrò in giro fino alla morte sollevando questa agenda rossa”. E’ fatta di rabbia e di speranza la battaglia senza fine di Salvatore Borsellino (fratello di Paolo), che ieri sera nell’aula consiliare del comune di Sestu ha partecipato al dibattito “Omaggio ad Emanuela Loi. La forza della legalità, la forza del coraggio” organizzato in ricordo della donna sestese – membro della scorta del magistrato siciliano – morta nella strage di via D’Amelio, il 19 luglio 1992.
Rabbia per vedere un paese in cui, ha detto Salvatore Borsellino, “il cancro della mafia si è diffuso ed è arrivato addirittura ai vertici dello Stato” e dove ”Paolo Borsellino ed Emanuela Loi non possono neanche più essere chiamati eroi, perché qualcuno ha avuto l’ardire di chiamare il mafioso Mangano (stalliere di Silvio Berlusconi nella residenza di Arcore dal 1973 al 1975 e secondo Paolo Borsellino “testa di ponte dell’organizzazione mafiosa nel Nord d’Italia”, ndr) eroe. L’omertà è stata dichiarata eroismo. E io devo come devo chiamare Emanuela?”.

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La speranza nasce invece dal vedere crescere in tutta Italia il “popolo delle agende rosse” – grazie soprattutto all’impegno delle giovani generazioni – e movimenti come “l’onda studentesca” (“sono sceso in piazza con loro e hanno osservato che alzavo l’età media”, ha detto divertito Salvatore Borsellino). La lotta del “popolo delle agende rosse” è la battaglia contro tutte le mafie e contro ogni forma di collusione tra potere politico e criminalità organizzata, non a caso lo slogan del movimento è “fuori la mafia dallo Stato”.
L’iniziativa prende il nome dall’agenda rossa che Paolo Borsellino portava sempre con sé ed in cui il magistrato annotava tutto. Agenda scomparsa misteriosamente dal luogo della strage ed in cui erano contenuti gli appunti presi durante gli interrogatori del 1992 al pentito Gaspare Mutolo, già braccio destro di Totò Riina.
Il dibattito – che Salvatore Borsellino ha chiuso gridando “Emanuela” con tutto il fiato in gola – è stato organizzato dai giovani attivisti dell’associazione “Penso libero” di Sestu. Hanno partecipato al dibattito – a cui erano presenti anche i familiari di Emanulea Loi – il blogger e giornalista Piero Ricca e il vicedirettore di “Antimafia 2000” Lorenzo Baldo.


Fonte: agenzia di informazione giornalistica
ilMinuto, 13 febbraio 2010

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