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Enrico Berlinguer e Giuseppe Lumia sulla questione morale

ENRICO BERLINGUER e GIUSEPPE LUMIA sulla QUESTIONE MORALE


Nei giorni scorsi L’ISOLA e L’ALCAMESE, quindicinali della provincia di Trapani, hanno pubblicato, con una nota di commento del direttore GIANFRANCO CRISCENTI dal titolo SEMBRA OGGI, una parte della famosa intervista del luglio 1981 sulla questione morale rilasciata da ENRICO BERLINGUER a Eugenio Scalfari per “La Repubblica”. 

 

 Nella stessa pagina una interessante intervista di MASSIMO ASTA al senatore GIUSEPPE LUMIA, membro – e già presidente –  della Commissione parlamentare antimafia, dal titolo PD E IL PROBLEMA DELLA QUESTIONE MORALE. “Non condivido – dichiara tra l’altro Lumia – l’approccio di Violante che è quello delle oscillazioni della politica legate alle opportunità contingenti e non ad un rapporto reale con la società”.

 
 
Sembra oggi

Enrico Berlinguer intervistato da Eugenio Scalfari su La Repubblica, 28 luglio 1981: “I partiti non fanno più politica! La si faceva nel ’45 , nel ’48 e sin verso la fine degli anni Sessanta. Grandi dibattiti, scontri di idee ma illuminate da prospettive chiare, anche se diverse, e dal proposito di assicurare il bene comune. Che passione c’era allora, quanto entusiasmo, quante rabbie sacrosante! Soprattutto c’era lo sforzo di capire la realtà del Paese e di interpretarla. Oggi non è più così, i partiti hanno degenerato… i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società, della gente: idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passioni civile, zero. Gestiscono interessi i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli senza perseguire il bene comune… I partiti hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai-tv, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c’è il pericolo che il Corriere della Sera cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa faccia una così brutta fine… Il risultato è drammatico. Tutte le ‘operazioni’ che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito e della corrente o del clan cui si deve la carica… La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia di oggi, secondo noi comunisti, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati… Bisogna agire affinché la giusta rabbia dei cittadini verso tali degenerazioni non diventi un’avversione verso il movimento democratico dei partiti”

Non sembra affatto che si tratti di argomenti che risalgono a quasi trent’anni fa. Cambia solamente il fatto che i comunisti non esistono più e non c’è più un Enrico Berlinguer a perorare la causa della questione morale all’interno dei partiti, e che, infine, nelle ultime inchieste il quadro drammatico che viene fuori delinea una politica totalmente schiacciata e piegata agli interessi degli imprenditori smaniosi di accaparrarsi gli appalti pubblici con ogni mezzo. Il fine per i partiti è, però, il medesimo, l’autorigenerazione.

 

 

 

 

 

 

PD e questione morale

 

 

Lumia: “Sulla questione morale la destra c’è dentro fino al collo”

 

di Massimo Asta

 

Tempi bui per i partiti. Non è, di certo, la mani pulite dei primi anni novanta, ma la questione morale all’interno dei partiti è ritornata ad essere un argomento di primo piano che conquista prime pagine come da tempo non si vedeva fare. Nell’occhio del ciclone questa volta il PD, le cui giunte sono state coinvolte da indagini giudiziarie che hanno portato ad arresti, avvisi di garanzia e persino ad un suicidio, come è stato il caso dell’ex assessore comunale napoletano Giorgio Nugnes . Dopo le amministrazioni di Genova, Napoli, Firenze, Pescara, , quella campana di Bassolino, quella abruzzese di del Turco, Loiero in Calabria, coinvolti anche il deputato del PD Salvatore Margiotta (agli arresti domiciliari per la questione del petrolio in Basilicata) e il napoletano On. Renzo Lusetti.

“Il problema esiste, – afferma l’On. Beppe Lumia (PD) – aver sottovalutato la questione morale è stato un grave errore per un partito che vuole fare dell’innovazione della politica e della questione morale in politica un modello di riferimento per progettare la società e un criterio di selezione della classe dirigente. La questione morale – continua il deputato del PD – è una sfida che bisogna accettare. Adesso bisogna lavorare perché la lezione sia capita e funga da faro per il cammino del PD.”

Il PDL, c’era da aspettarselo, ha dato fiato ai vari portavoce – ma è intervenuto giù duro lo stesso Berlusconi – affinché lavorassero bene ai fianchi l’avversario in un momento in cui è in grave difficoltà. “Il centro destra – dichiara Lumia – nella questione morale c’è dentro fino al collo, non ha alcuna autorità per dare giudizi sugli altri. Questo non significa avere un atteggiamento consolatorio che lascia le cose come stanno in casa propria. Si tratta di una sfida per tutta la politica.”

E, in effetti, l’approccio del PDL è quanto meno strumentale su questo argomento, se si considerano i quattro processi pendenti sul presidente del consiglio, e la schiera di condannati che nella maggioranza siedono sugli scranni del parlamento. Ma su questo il PD preferisce avere una posizione morbida, omissiva. Violante è giunto a dichiarare che la magistratura ha troppo potere creando un certo disorientamento. “Non condivido – sottolinea Lumia – l’approccio di Violante che è quello delle oscillazioni della politica legate alle opportunità contingenti e non ad un rapporto reale con la società”.

C’è poi il voto in Abruzzo che oltre a ribadire, se ancora ce n’era bisogno, la centralità della moralizzazione della vita pubblica, ha anche rinfocolato le polemiche sulla questione della alleanze del PD. Se l’abbandono del rapporto con Di Pietro – il risultato abruzzese parla chiaro – è solo una pia illusione della componente interna ex popolare, il tema dell’alleanza con l’UDC rimane ancora controverso. Ma proprio in Sicilia l’UDC – si ricordi il caso Cuffaro, il più eclatante di una serie di processi che hanno coinvolto molti dei deputati dell’UDC – la questione morale è stata messa in soffitta e richiama direttamene il problema dei rapporti tra mafia e politica. “Le alleanze sono necessarie – chiosa Beppe Lumia – ma queste devono essere coerenti con il progetto di società che il PD vuole realizzare. In Sicilia non c’è, dunque, nessuno spazio per alleanze con l’UDC di Cuffaro. Un dialogo sarà possibile solo se in questo partito si dovessero aprire spazi di rottura con Cuffaro e il suo sistema e il partito scegliesse di stare all’opposizione. Solo così si potrebbe continuare nel progetto di cambiamento e di lotta alla mafia che il PD ha intrapreso”.

Ma su tutto pende la prossima riforma della giustizia, e il clima di scacco in cui sembra essere finito il PD, fiaccato dalle continue inchieste giudiziarie a carico dei suoi esponenti, che, proprio su questo fronte, potrebbe aprire una finestra di dialogo con la maggioranza. La paura è che si voglia ridimensionare il potere della magistratura grazie ad un consenso politico bipartisan. Se dovesse essere così speriamo che alla nostalgia per Berlinguer non si sostituisca quella per la cara, vecchia, prima repubblica!

 

 

 

 

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