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La parola chiave : LEGALITA’

La parola chiave : LEGALITA’

Ho partecipato venerdì 21 novembre alla serata sui testimoni di mafia che i giovani del meet-up di Cesena hanno organizzato nel Palazzo del Capitano. Sono riuscito a coinvolgere anche mia figlia Valentina, che per la prima volta ha voluto assistere ad una serata di questo tipo. Le testimonianze di Benny Calasanzio, Pino Masciari e Salvatore Borsellino sono state coinvolgenti ed allo stesso tempo sconvolgenti.

Tre tipologie di storie, per certi versi differenti una dall’altra, ma tutte con lo stesso attore che ha caratterizzato la vita dei tre testimoni: la criminalità organizzata che nel caso loro si chiama mafia e ndrangheta.
Insieme ad alcuni amici di Forlì, con in testa Ale Marconi che aveva organizzato l’evento, avevamo già nel marzo scorso, ascoltato le testimonianze di Benny Calasanzio e Salvatore Borsellino.

Questa volta l’evento si è arricchito della presenza dell’imprenditore calabrese Pino Masciari, perseguitato dalla ndrangheta, che lui ha denunciato nel 1996 assieme alla collusione di politici e pubblici amministratori locali, e per la cui ragione è costretto a vivere lontano dalla sua terra con la moglie, che ha dovuto abbandonare la propria attività professionale di odontoiatra, e ai due figli portati via dalla terra natale all’età di 1 e 2 anni. Mi ha impressionato la sua rabbia gridata a squarciagola perché quello che doveva essere l’allontanamento dalla sua terra per 6 mesi, per ragioni di sicurezza personale e familiare, è divenuto ormai da 11 anni l’incubo della propria vita.
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http://www.pinomascia…)

Molto sentita la storia anche di Benny Calasanzio al quale sono stati uccisi zio e nonno dalla mafia agrigentina perché nel 1992 non hanno accettato di cedere la propria attività, un piccolo cementificio di Lucca Sicula (AG), quella mafia che avrebbe appaltato forniture nella sicilia sud-occidentale. Da qualche anno, essendo oggi 23-enne, ha deciso di portare in giro per l’Italia, facendone così una delle sue ragioni di vita, la testimonianza di quelle vittime di mafia sconosciute all’opinione pubblica. (http://www.bennycalas…)

Decisamente coinvolgente e circostanziata la testimonianza di Salvatore Borsellino, che dopo essere rimasto in silenzio e con il proprio profondo dolore per 7 anni dalla strage del 19 luglio 1992, ha deciso di testimoniare “in nome di Paolo e dei suoi angeli custodi” caduti in quella che per verità e giustizia lui dice strage di stato .
Nel suo lucido racconto ci svela che sul sangue di Falcone e Borsellino ci sono le impronte dei servizi segreti, massoneria, mafia e Stato. I passaggi di quelle che sembrano circostanze lontane ormai 16 anni sono, al contrario, molto attuali e legate a strategie politiche che si attuano oggi nella politica e nelle scelte di governo.
Afferma di non avere fiducia nel futuro di questo paese e di trovarci in una situazione di non ritorno quando si osservano comportamenti di un’opinione pubblica che non reagisce e non si indigna minimamente neanche davanti alle dichiarazioni assurde e reazionarie proferite un paio di settimane fa dall’ex presidente della repubblica ed ex ministro degli Interni Francesco Cossiga, circa le infiltrazioni che suggeriva al ministro Maroni nei confronti dei movimenti studenteschi che protestavano democraticamente contro la riforma Gelmini. (
http://www.19luglio19…)

Da cittadino, che crede ancora nei valori della democrazia, voglio sperare che ci siano le occasioni perché si possa cambiare e perché quella che sembra essere la lotta contro la mafia o la ndrangheta sia invece la lotta contro tutta la criminalità organizzata; perché se è vero che la storia ci insegna che la mafia è nata nelle regioni del sud Italia, oggi purtroppo alberga anche nelle nostre regioni e tenta, spesso riuscendoci, di infiltrarsi e condizionare gli apparati della pubblica amministrazione e dei governi locali.

Occorre fare di tutto per contrastare questo fenomeno e convincersi che la chiave di volta di questa lotta si riassume in una parola che spesso, ad arte, i politici utilizzano nell’accezione negativa e di accanimento persecutorio: LEGALITA’.

L’opinione pubblica, fatta dalla mia opinione, più la tua opinione (si tu che mi stai leggendo), più quella di tanti altri, deve alzare la testa ed esigere legalità in tutti i comportamenti della vita sociale per uscire da una situazione molto grave, per la quale, spero a torto, Salvatore Borsellino afferma di essere in una situazione di non ritorno.

Io questa speranza l’ho avuta venerdì 21 di ritorno dalla serata dei testimoni di mafia, quando dopo un quarto d’ora da quando avevo lasciato mia figlia Valentina, che nel frattempo era andata via con le sue amiche, ho ricevuto un SMS in cui scriveva:
<< Grazie per la “consistente serata” pa’, è stata una di quelle esperienze dalle quali torni sentendo che qualcosa in te è cambiato… spero di riuscire sempre a non avere paura di essere dalla parte della giustizia…>>

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