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Al Giudice Ottavio Sferlazza

Pubblico una lettera di Benny Calasanzio, mio insostituibile compagno di lotta e di incontri.
Benny è sempre sensibilie e pronto in quelle occasioni in cui bisogna fare sentire la propria voce e il proprio sostegno a quei pochi giudici  che ancora, con ostinazione e nonostante tutti gli ostacoli che altre istituzioni dello Stato frappongono sul loro cammino, combattono la mafia e la criminalità organizzata in genere.
Quei pochi giudici che proprio perchè isolati corrono il rischio di essere individuati da questa criminalità come il vero nemico da combattere ed eliminare, cosa che non potrebbe succedere se a condurre questa lotta fosse lo Stato nella sua totalità.
Stato che invece viene individuato di volta in volta come l’interfaccia da corrompere, da infiltrare o con cui concludere patti ed affari.
Benny si chiede se fare il “tifo” per un Giudice può in qualche maniera danneggiarlo, io non lo credo.
Ricordo come Paolo, commemorandolo nella Chiesa di San Domenico, ricordava di quando Giovanni gli aveva detto “Paolo, la gente fa il tifo per noi”.
E’ questo tifo. questo sostegno che tutta la società civile dovrebbe far sentire a questi Giudici che spesso, come Paolo, sono stati costretti a diventare eroi solo perchè non facevano niente altro che il loro lavoro.
E per farlo dovevano combattere non solo contro la criminalità organizzata che avrebbe dovuto essere il solo nemico naturale, ma, putroppo, anche chi invece avrebbe dovuto combattere al loro fianco.

Al giudice Sferlazza


So bene che fare il “tifo” per un giudice a volte possa danneggiarlo. Ma molte volte può però salvargli la vita.
So bene che i giudici preferiscono lavorare in silenzio, ma solo quando li lasciano lavorare.
Ma sento dentro di me la voglia e la necessità morale di dire al giudice Ottavio Sferlazza che non sta lavorando da solo, che in tutta Italia c’è tanta, tantissima gente che è con lui, che conosce il suo lavoro e spera nel suo operato, che crede in quel giudice come ultima speranza per far luce sulla morte di Paolo Borsellino.
C’è tanta gente che semplicemente gli è vicina e vuole farglielo sapere.
Il giudice Sferlazza in passato si è anche occupato della strage di Capaci, dell’assassinio di Rocco Chinnici, del giudice Antonino Saetta e del capitano dei carabinieri Emanuele Basile. 
Ha ricevuto una serie interminabile di minacce, e nel 2005 era praticamente ultimato il piano “gelese” per farlo saltare in aria.
Una vittima del racket ha rivelato che per pagare il suo debito era stato arruolato per prendere parte all’attentato.
Oggi le misure di sicurezza attorno ad Ottavio Sferlazza sono state intensificate, oggi, per fortuna, è diverso dal 1992, quando i giudici venivano consegnati nelle mani dei mafiosi: chiedete al procuratore Giammanco, magari la pensa come me…
L’unica cosa che voglio dire al giudice, e spero che gli giunga, è che le nostre speranze sono riposte in lui, e in noi può trovare la forza di andare avanti.
Buon lavoro giudice, solo questo.

Benny Calasanzio Borsellino

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