“La nostra è una ricerca storica, ma nessuno deve dimenticare che per ogni vita che si sopprime ci sono affetti e storie che vengono divelte” (Giovanni Spinosa).
Questa, purtroppo, è una storia come tante altre storie che sono accadute in Italia quando sono ammazzati uomini di Stato che toccano o sono toccati da faccende scottanti.
Cosa hanno in comune Peppino Impastato, Beppe Alfano, Graziella Campagna oltre ad essere vittime innocenti di mafia? Sicuramente il tentativo di depistaggio delle indagini su mandanti ed esecutori dei loro omicidi. Impastato era un terrorista e poi un suicida, Alfano un femminaro, Campagna una ragazzina scappata con il fidanzato. Solo dopo anni e anni di battaglie, combattute in solitudine dalle loro famiglie e dai pochi che le hanno sostenute, è stata consegnata alla Storia una verità processuale corrispondente alla verità dei fatti accaduti.
Umberto Mormile, educatore carcerario, fu ucciso a Lodi l’11 aprile del 1990. La sentenza definitiva del processo per il suo omicidio determinò la condanna del boss Domenico Papalia in qualità di mandante e di Antonio Schettini in qualità di esecutore materiale, ma durante le indagini emersero evidenti tentativi di depistare l’inchiesta. Lo stesso Schettini, in carcere dopo l’arresto, tentò di sviare le indagini, cercando di scagionare ingiustamente Papalia. La sigla “Falange Armata” nacque con la rivendicazione dell’omicidio Mormile.
L’11 aprile 2015 saranno passati venticinque anni dall’omicidio di Umberto. La sua famiglia, amareggiata dalle stranezze che costellarono l’espletamento delle indagini sul delitto e dalle voci infamanti su Umberto che emersero durante i processi, non ha mai voluto ricordare Umberto pubblicamente.
A fine gennaio scorso Stefano Mormile, fratello di Umberto, ha contattato Salvatore Borsellino, l’avvocato Fabio Repici ed il magistrato Giovanni Spinosa (Presidente del tribunale di Teramo, già Pubblico Ministero delle indagini a Bologna sulla ‘banda della Uno Bianca’). E’ nato così uno scambio di conoscenze che ha permesso di individuare nuovi elementi sui moventi dell’omicidio Mormile. Si tratta in un quadro che contiene indizi sulle vere ragioni dietro quell’ordine di morte e che dimostra la completa infondatezza delle calunnie ai danni di Umberto Mormile.
Qualche giorno fa Stefano Mormile ha scritto queste parole: “M’è tornata la voglia: voglio dire quello che so e quello che penso, anche a chi non vuol sentire, soprattutto a chi non vuol sentire” ed ha proposto al Movimento Agende Rosse di organizzare un evento, per i 25 anni della morte del fratello. La scelta sul luogo è caduta su Palermo, città simbolo per rilanciare una richiesta di verità su delitti i cui moventi rimandano all’esistenza di contiguità tra criminalità organizzata e potere.
Sabato 11 aprile 2015 alle ore 16.00, a Palermo, nel luogo dove parlò per l’ultima volta pubblicamente Paolo Borsellino, Casa Professa (piazza Casa Professa, n. 1), verrà ricordato – per la prima volta pubblicamente – Umberto Mormile. All’evento, moderato da Federica Fabbretti, interverranno Stefano Mormile, Giovanni Spinosa, Fabio Repici e Giuseppe Lo Bianco (giornalista de ‘Il Fatto Quotidiano’). L’evento, promosso dal Movimento Agende Rosse e da Scorta Civica Palermo, non sarà una semplice commemorazione ma un tentativo di affermare la verità dei fatti sulla persona di Umberto Mormile. In questa occasione sarà inoltre presentato dai relatori l’avvio di un progetto di studio ed analisi in merito ad alcuni fatti di sangue accaduti in Italia tra il 1978 ed il 1993 e tra i quali è possibile inquadrare anche l’uccisione di Umberto Mormile.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare all’incontro per sostenere la famiglia Mormile nell’avvio di questo percorso per conoscere i fatti e riaffermare la verità sull’omicidio di Umberto.
Movimento Agende Rosse (E-mail: 19luglio1992.com, tel. 02 37901707)
‘Umberto Mormile, un nome da ricordare fra le vittime innocenti di mafia’
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Pubblichiamo di seguito il testo della lettera aperta che l’avv. Fabio Repici ha inviato a don Luigi Ciotti affinché il nome di Umberto Mormile, ucciso l’11 aprile 1990, sia ricordato fra i nomi delle vittime innocenti di mafia durante la XX giornata della Memoria in programma a Bologna sabato 21 marzo.
Caro Luigi,
come sai ho sempre apprezzato il sostegno che tu e Libera avete dato, sempre, ai familiari delle vittime delle mafie nei loro sforzi alla ricerca di verità e giustizia e a tutela della memoria dei loro cari. Il vostro impegno l’ho sperimentato personalmente, quale legale dei familiari di Graziella Campagna, di Beppe Alfano, di Nino Agostino, di Attilio Manca, di Bruno Caccia, e sai quanto ve ne sono stato pubblicamente grato.
Sabato prossimo si svolgerà, a Bologna, l’annuale giornata della memoria e saranno letti i nominativi, purtroppo numerosissimi, delle vittime innocenti di tutte le mafie.
Ho verificato, con dispiacere, e sono certo che si tratti di involontaria svista, che nell’elenco consultabile sul sito web di Libera non compare il nome di Umberto Mormile, l’educatore penitenziario ucciso in Lombardia dalla ‘ndrangheta (il futuro, forse anche prossimo, ci dirà se solo dalla ‘ndrangheta) l’11 aprile 1990.
Prego te e Libera, con umiltà e con deferente rispetto per il vostro operato, di leggere, sabato prossimo, anche il nome di Umberto Mormile. Lo si deve alla sua memoria, a sua figlia Daniela, ai suoi fratelli Nunzia e Stefano. Ma lo si deve anche all’intera nazione e al bisogno che il nostro paese ha di conoscere tutti i retroscena, anche i più istituzionalmente scabrosi, dei fatti che hanno insanguinato le strade d’Italia a qualunque latitudine. Tanto più lo si deve oggi, mentre la magistratura sta cercando di disvelare lo scenario destabilizzante che c’è dietro le locuzioni Falange Armata e Protocollo Farfalla. E ancora di più lo si deve a Bologna, capoluogo delle violenze anch’esse destabilizzanti della Uno Bianca. Perché è proprio da quello scenario che fu armata la mano di chi uccise Umberto Mormile.
L’11 aprile Umberto Mormile sarà ricordato come merita, nel venticinquesimo anniversario della sua morte. Sarebbe bello che tu e Libera ne anticipaste il ricordo leggendo il suo nome, insieme a quello di tutte le altre vittime innocenti delle mafie.
Fabio Repici
L’Italia della Uno bianca

L’Italia della Uno bianca (Giovanni Spinosa, Editore CHIARELETTERE, 2012)
L’Italia della Uno bianca, intervista a Giovanni Spinosa (RAINEWS24, 19 marzo 2012)
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