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Solidarietà al Magistrato Caruso

di Movimento Agende Rosse – 4 dicembre 2016

Il Movimento delle agende rosse si schiera al fianco del dott. Francesco Maria Caruso, presidente del tribunale di Bologna e presidente del processo Aemilia, vittima di strumentalizzazioni politiche.

Il magistrato è finito al centro di polemiche strumentali per aver scritto il suo pensiero in merito alla riforma costituzionale, cercando di richiamare l’attenzione del popolo su una riforma che mette in pericolo lo stato democratico. Un post dal quale scaturisce il suo profondo orgoglio e amore nei confronti della nostra Costituzione che, come ha ribadito, racconta con fierezza nelle scuole, nelle comunità e nei circoli. Un post impropriamente “rubato” da alcuni giornalisti e dato in pasto alla stampa, riportandolo in forma di articolo con la firma dello stesso magistrato. L’attacco mediatico è arrivato con una efficienza e rapidità a dir poco stupefacenti. Attacco mediatico che ha fatto presto il giro di tutti i maggiori telegiornali e quotidiani a livello nazionale. Quotidiani che, in taluni casi, hanno pensato bene di “storpiare” alcuni passaggi del post immaginiamo, senza voler essere troppo maliziosi, per rendere più “appetibile” la notizia. Perché una tale attenzione? Il fatto è che Francesco Maria Caruso è il presidente del Tribunale di Bologna.

Le reazioni di una parte del mondo politico, e non solo, sono state altrettanto rapide e accompagnate da una dialettica feroce che talvolta hanno sfiorato il confine dell’offesa.

Di seguito alla gogna mediatica, a stretto giro di boa, il Comitato di Presidenza del CSM ha dato mandato al Procuratore Generale della Cassazione di valutare il caso. E non finisce qui, perché la Prima Commissione dell’organo di autogoverno della magistratura deciderà se ci sono gli estremi per un trasferimento d’ufficio del giudice. Elemento di una evidente gravità, alla quale si aggiunge il “carico da 90” poiché il giudice Francesco Maria Caruso, da poco promosso alla presidenza del Tribunale di Bologna, detiene uno dei più importanti processi per mafia del nord Italia: il processo Aemilia. Processo che ha fortemente sostenuto fin dall’inizio e che, nonostante il passaggio dal Tribunale di Reggio a quello di Bologna ha continuato a detenere su approvazione del Presidente della Corte d’Appello di Bologna. Evidentemente per una più che riconosciuta capacità e professionalità dimostrata in un processo di una tale importanza.

In questi mesi anche altri autorevoli magistrati si sono espressi pubblicamente, con parole accorate, in merito al referendum. Ma solo nei confronti del giudice Caruso, guarda caso alla vigilia del referendum, è scoppiato un tale putiferio.

Piercamillo Davigo, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, ha lasciato fin da subito libertà in merito alle posizioni che i magistrati avrebbero potuto prendere sul referendum. Il giudice Caruso si è espresso, con parole accorate e appassionate, sul suo profilo personale rivolto unicamente ai suoi contatti.

E’ stato posto il quesito, da un esponente politico attraverso una intervista, se a un giudice sia “consentito delirare”. Lo stesso politico ha anche affermato che “un magistrato non può dimenticare di essere una persona terza fra le parti in causa”.

Ancora oggi è quindi evidente che ci troviamo di fronte al dilemma di quali siano i compiti di un magistrato, se relegati esclusivamente alle stanze di un tribunale, come qualcuno forse vorrebbe, o proiettati anche al di fuori. Lo sapevano bene anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lo sa bene anche Nino Di Matteo oggi, le cui parole abbiamo ben presente e che racchiudono il senso di ciò che ha spinto Caruso a un ultimo accorato appello ai suoi amici: “Sono un magistrato, ma ci sono dei momenti, e degli argomenti per i quali il magistrato non ha soltanto il diritto, ma il dovere di intervenire, di esporsi personalmente.”

 

In queste ore è stato lanciata una petizione online rivolta al parlamento per chiedere la libertà di espressione nei confronti del giudice Caruso senza timori di repressione o censura come sancito dall’articolo 21 della Costituzione.

https://www.change.org/p/parlamento-italiano-sosteniamo-il-giudice-francesco-maria-caruso-e-la-libert%C3%A0-di-espressione-costituz-art-21

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