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Roberta Gatani: ‘Hanno tentato di appropriarsi dei nostri morti anticipando il minuto di silenzio’

24 maggio 2025 – Quest’anno il conto alla rovescia dei 57 giorni è cominciato con dieci minuti di anticipo
Chiunque viene alla Casa di Paolo, CHIUNQUE, la prima cosa che dice è “io ricordo esattamente il luogo in cui ero e cosa stessi facendo, il 23 maggio e il 19 luglio del 1992, nel momento in cui uccidevano i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino“.
Quei minuti, quei precisi istanti, per tantissimi di noi sono stati il momento della svolta. Hanno significato l’attimo esatto in cui ci siamo riappropriati della nostra storia e del nostro destino, l’assunzione di un impegno. Il punto di non ritorno. Non un momento qualsiasi.
Ma le 17,58 del 23 maggio del 1992 e le 16,58 del 19 luglio del 1992.
E da trent’anni e più che per tanti di noi quei momenti sono da celebrare, non solo per fare memoria, ma per rinnovare un impegno preso.
Quello che è successo ieri è a mio avviso di una gravità assurda.
Piu’ dei colpi di manganello che ci hanno accolti l’anno scorso in quella stessa strada.
Hanno tentato di appropriarsi dei nostri morti, del momento in cui quelle morti hanno dato un senso alle vite di tanti di noi .
Hanno tentato di escludere i palermitani, i concittadini di Giovanni e Paolo, quelli che fanno ancora il tifo per loro, impedendogli di celebrare ancora una volta quella promessa di impegno sotto un albero.
Vigliacchi.
Roberta Gatani

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