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Premio Ambrosoli: far bene il proprio dovere è normale

di Silvia Gissi

Una serata carica di emozioni quella che si è svolta martedì 26 giugno al teatro Grassi di via Rovello a Milano. La sesta edizione del Premio Ambrosoli ha aperto le porte al pubblico verso le 18 circa per poi ospitare e dare la parola ai numerosi premiati che si sono contraddistinti, all’interno della pubblica amministrazione e delle imprese, per la difesa dello stato di diritto tramite la pratica dell’integrità, della responsabilità e della professionalità, come specifica il titolo del riconoscimento. Il concetto che è emerso da tutti gli intervenuti è stata la “non eccezionalità” del far bene il proprio dovere. L’onestà e la serietà lavorativa sono  valori da considerarsi normali e non straordinari.

Un appuntamento da sempre atteso a Milano per il valore che rappresenta e per la figura alla quale è ispirato: Giorgio Ambrosoli, avvocato che perse la vita nel 1979, poiché era stato insignito della carica di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana. Fu Michele Sindona, banchiere siciliano, a ingaggiare un sicario per uccidere lo scomodo giurista.

Alla cerimonia sono intervenuti Annalori Ambrosoli e i suoi due figli Francesca e Umberto, Virginio Carnevali, Presidente Transparency International Italia, Anna Lapini, componente di giunta incaricata per legalità e sicurezza Confcommercio-Imprese per l’Italia e tutti i vincitori delle scorse edizioni.

Tra i premiati del 2018 la cooperativa GOEL, Donato Ungaro, Irene Frachon, Antonio Cottone, Cataldo Motta, Marilena Natale, per citarne solo alcuni: la serata si è chiusa con l’arrivederci al prossimo anno con la ricorrenza del quarantesimo anniversario della scomparsa di Giorgio Ambrosoli.

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