Presso il Castello Medioevale di Montecchio, si è tenuto, la sera del 27 Luglio 2019, un incontro con la cittadinanza e tre ospiti illustri: l’onorevole Piera Aiello, cognata di Rita Atria, testimone di giustizia, componente della commissione parlamentare antimafia, la giornalista Rossella Canadè inviata per la Gazzetta di Mantova al processo Pesci e il giornalista Paolo Bonacini, inviato da CGIL Reggio Emilia, al processo Aemilia.
Il movimento Agende Rosse, gruppo Rita Atria di Reggio Emilia e Provincia, ha voluto, con la presenza dell’onorevole Piera Aiello, portare in questa iniziativa un tributo di riconoscenza a Rita Atria, testimone di giustizia e vittima di mafia, che ha soli 17 anni dopo la strage di via D’Amelio, si tolse la vita. La “Picciridda”, così come la chiamava Paolo Borsellino, non resse alla morte di “Zio Paolo”, a cui aveva affidato tutti i segreti della sua famiglia di mafia. “Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta” così lasciò scritto Rita. A significare quanta fiducia il magistrato riuscì a instillare nella ragazza adolescente che decise di cambiare la storia sua e quella della sua famiglia.
Il nostro gruppo, che prende il suo nome, ha festeggiato e riflettuto così i suoi primi 5 anni di vita.
L’onorevole Piera Aiello ha brevemente descritto il suo ruolo da parlamentare al governo come componente della Commissione Parlamentare Antimafia, spiegando la differenza tra testimone e collaboratore di giustizia (il primo non ha mai commesso reati mentre il secondo decide di collaborare con la giustizia di solito per ottenere sconti di pena). Ha anche spiegato quanto sia importante coinvolgere i famigliari dei collaboratori di giustizia per far si che questi evitino di perpetrare nuovi reati.
Infine, in più interventi, ha raccontato la sua storia, l’amore adolescenziale che la porta a sposare il figlio del boss Don Vito Atria, a Partanna, i killers che entrano all’ improvviso nel loro ristorante ammazzando il marito. Da lì l’importante decisione, a soli 23 anni, di collaborare con la giustizia che porta, lei e la cognata Rita Atria, a conoscere il giudice Paolo Borsellino. Grazie alle loro testimonianze, vengono arrestati diversi mafiosi di Partanna. Ma questo costa caro : il programma di protezione porta entrambe ad un cambio d’identità lontano dalla Sicilia e successivamente, a seguito dell’attentato al giudice Borsellino, Rita Atria, a soli 17 anni, si toglie la vita. Piera racconta anche, in una Sicilia di periferia dei primi anni 90, delle difficoltà incontrate dal padre a lavorare e dell’isolamento della famiglia, dopo che lei diventa testimone di giustizia. Piera incontra spesso anche le donne dello Zen, quartiere di Palermo con alto tasso di dispersione scolastica, criminalità e infiltrazioni mafiose, nel quale porta avanti iniziative per combattere il degrado sociale dilagante della zona.
Piera ha introdotto i presenti nella comprensione delle dinamiche crudeli della famiglia mafiosa. Un’introduzione importante per entrare nell’ascolto della nostra situazione locale fatta dai giornalisti Paolo Bonacini e Rossella Canadè che hanno seguito rispettivamente il processo Aemilia a Reggio E. e il processo Pesci a Mantova che si sono svolti quasi contemporaneamente. Sentenze correlate, ‘ndranghetisti i cui nomi si rincorrevano tra Reggio e Mantova. Stesse persone, stessa cosca. Pochi nomi diversi di affiliati. Paolo Bonacini e Rossella Canadè, prestigiosi giornalisti ed esperti sul campo, si sono intrecciati nel descrivere questa nostra allarmante situazione.
La serata è stata moderata da Nicola Bolzoni di Agende Rosse di Reggio Emilia e Provincia.
L’apertura della serata è stata dell’attrice di teatro Valeria Calzolari, accompagnata da Giada Fontanelli alla tastiera. La magistrale interpretazione ha catapultato immediatamente i presenti nella realtà di una Sicilia degli anni 90, cruenta, feroce, intimidatoria e vendicativa.
Debole la presenza degli amministratori: la Vicesindaco ha potuto rimanere poco più che ai saluti. Ciò ci ha fatto riflettere sull’importanza di avere gli amministratori pubblici agli eventi sulla legalità che facciamo. La presenza del sindaco, dell’assessore alla legalità, del vicesindaco è una presa di responsabilità verso i cittadini. Viviamo un’emergenza ‘ndranghetista, le condanne non hanno risolto e ripulito i nostri luoghi di vita, le famiglie mafiose si stanno velocemente riorganizzando. Quando le amministrazioni pubbliche mancano c’è una solitudine che va considerata. Gli eventi sulla legalità devono essere prioritari nei nostri territori.
Movimento Agende Rosse, gruppo Rita Atria di Reggio Emilia e Provincia.
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