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L´agenda rossa: una polizza assicurativa

 

Nelle settimane tra il 10 marzo ed il 20 aprile 2008 si sono avuti importanti sviluppi che hanno portato al proscioglimento del col. Giovanni Arcangioli dall´accusa di furto con aggravante mafiosa dell´agenda rossa appartenuta a Paolo Borsellino e sottratta dalla borsa del Magistrato nei momenti immediatamente successivi alla strage di via D´Amelio a Palermo il 19 luglio 1992.


Venerdí 28 marzo 2008 Rainews24 presenta l´inchiesta intitolata Diario di un Magistrato e della scomparsa della sua agenda rossa realizzata dai giornalisti Flaviano Masella e Maurizio Torrealta:

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L’inchiesta torna ad occuparsi della strage (di via D´Amelio ndr) con immagini inedite e la ricostruzione delle indagini della Procura di Caltanissetta che parte da una foto che mostra un uomo che cammina tra le macerie trasportando la borsa di cuoio di Paolo Borsellino:

 

Si tratta Giovanni Arcangioli, nel ’92 capitano dei carabinieri, oggi tenente colonnello, indagato per la scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino.


L’inchiesta di Rainews24 cerca di fare chiarezza sui fatti che portarono alla scomparsa di quel documento, sulle informazioni in esso contenute, e su chi potesse avere a cuore il suo trafugamento. Molte delle spiegazioni potrebbero trovarsi nelle confidenze fatte a Paolo Borsellino, alla vigilia del suo omicidio, dal pentito Gaspare Mutolo, che, nella ricostruzione di Gioacchino Genchi, funzionario di polizia e consulente dell’autorità giudiziaria, avrebbero portato alla luce importanti collusioni: “Io ritengo che è proprio in questa fase che si è innescato il pericolo e la preoccupazione di qualcuno che il lavoro di Borsellino portasse a risultati che potevano essere micidiali non solo per cosa nostra ma per chi con cosa nostra a Palermo aveva convissuto per tanti anni. Ed è lì che si innesta il progetto stragista”.

Una seconda ipotesi è quella della cosìddetta “trattativa”, l’accordo tra mafia e il Raggruppamento Operativo dei Carabinieri, a cui Borsellino si sarebbe opposto, come racconta Giuseppe Lo Bianco, capo servizio Ansa: “L’ipotesi che Borsellino potesse essersi opposto in qualche modo alla trattativa tra mafia e Stato è una delle ipotesi che è stata fatta propria dalla sentenza di uno dei tanti processi che si sono celebrati a Caltanissetta”.

La morte di Paolo Borsellino è una vicenda ancora avvolta dal mistero che vede coinvolti malavita organizzata e parti delle istituzioni. Renato Di Natale, procuratore aggiunto di Caltanissetta, riferisce: “Noi abbiamo sempre degli stralci aperti su queste vicende, uno per esempio sulla presenza dei servizi segreti sui luoghi della strage, non soltanto indirizzata alla borsa o al contenuto della borsa ma a tutta la vicenda, perché c’è un filone che riguarda i così detti mandanti occulti delle stragi.”

L´inchiesta di Masella e Torrealta presenta immagini e filmati inediti, oltre a contenere dichiarazioni particolarmente interessanti del funzionario di polizia Gioacchino Genchi che con il suo lavoro ha contribuito in modo determinante alle inchieste sulle stragi di Capaci e di via D´Amelio. A propositio dell´agenda rossa Gioacchino Genchi afferma: “Puo´ darsi che qualcuno con quell´agenda si sia fatta la polizza assicurativa per se´ ed oggi continui a vendere polizze assicurative ad altri che, probabilmente, trovandosi scritti in quell´agenda rossa, hanno fatto chissa´ quali grandi carriere e quali grandi fortune.”
(Ringraziamo il Giudice Felice Lima per la preziosa
segnalazione di questa inchiesta giornalistica sul BLOG Uguale per tutti)



Martedí 1 aprile 2008 l´agenzia di stampa ANSA rilancia nel primo pomeriggio la notizia del proscioglimento del col. Giovanni Arcangioli dall´accusa di furto con aggravante mafiosa: il GUP di Caltanissetta Paolo Scotto ha dichiarato il non luogo a procedere di Arcangioli “per non avere commesso il fatto” ritenendo l’ufficiale estraneo alla vicenda relativa alla scomparsa del diario del magistrato.  Durante l’udienza il militare dell’Arma ha fatto dichiarazioni spontanee ribadendo la sua innocenza. “Dopo avere visto il corpo di Borsellino dilaniato dall’esplosione – ha spiegato – ho alternato vuoti di memoria a rapidi flash. Ho cercato di ricordare quanto era accaduto per aiutare i magistrati, ma le mie parole, che erano il risultato di meri sforzi mnemonici, sono state scambiate per certezze, che poi si sono rivelate in contrasto con quanto detto da altri testimoni.”
Il procuratore facente funzioni Renato Di Natale annuncia di attendere il deposito delle motivazioni della sentenza, attese in trenta giorni, per valutare se fare ricorso in Cassazione.

Il GUP Scotto ha dunque stabilito che il fatto, il furto dell´agenda rossa di Paolo Borsellino, e´ avvenuto, ma ha considerato ad esso estraneo il col. Giovanni Arcangioli.


In serata arriva la prima reazione
ufficiale alla notizia del proscioglimento da parte di Rita Borsellino, la quale afferma: “Prima di esprimere un giudizio voglio leggere le motivazioni della sentenza ma non posso nascondere di sentirmi turbata per questa notizia. Mi auguro che questo proscioglimento non corrisponda ad una pietra tombale per l’intera indagine che da 15 anni cerca di fare chiarezza su quanto accadde il 19 luglio del ’92 e sui mandanti occulti di quella strage. Se così fosse e se si rinunciasse a cercare la verità sulla sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, si rinuncerebbe a svelare uno dei grandi misteri d’Italia.”

Mercoledí  2 aprile 2008 solo due quotidiani a livello nazionale danno il dovuto rilievo alla notizia del proscioglimento del col. Arcangioli, L´UNITA´ (“Il Mistero dell´agendina rossa di Borsellino? Rimane un mistero, firmato mt) ed il CORRIERE DELLA SERA (Agenda di Borsellino, capitano prosciolto“, Giovanni Bianconi). Il quotidiano LA REPUBBLICA si limita ad una breve.

Salvatore Borsellino prende posizione con un editoriale dal titoloLa Giustizia negata” dove ribadisce nuovamente l´estrema importanza dei contenuti dell´agenda rossa sottratta dalla borsa di Paolo aggiungendo particolari inediti. Salvatore cita infatti le dichiarazioni di uno dei collaboratori di giustizia con i quali Paolo Borsellino era in contatto nel periodo immediatamente precedente il suo assassinio, dichiarazioni che comprovano come il Magistrato fosse solito riportare i risultati dei suoi colloqui investigativi su questa agenda. Si tratta di un´ulteriore conferma dell´importanza dei contenuti di questo documento, che raccoglie sicuramente anche molte annotazioni sugli incontri del Magistrato nelle settimane immediatamente precedenti la strage.
Salvatore Borsellino chiarisce come la “negazione” di giustizia sia dovuta alla mancata possibilita´ di approfondire ed accertare i fatti nel modo piu´ completo possibile in un pubblico dibattimento: Questo e tanto altro (le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia ndr) è quanto è stato fatto sparire insieme all’Agenda rossa di Paolo e adesso che c’era finalmente, dopo ben sedici anni, l’occasione di avere un processo, che fosse mandata avanti in fase dibattimentale una inchiesta fondamentale per arrivare alla verità, tutto viene fermato.”


Durante le indagini ed i confronti fra i protagonisti dei fatti sono state infatti accertate numerose contraddizioni e le versioni fornite dall´indagato (il col. Arcangioli) sono state dallo stesso modificate piu´ volte nel corso dell´inchiesta. Il col. Arcangioli non scrisse alcuna relazione di servizio su quanto accaduto in via D´Amelio poco dopo la strage.
Considerando gli elementi raccolti dagli inquirenti, ritenevamo che un pubblico dibattimento fosse il luogo piu´adatto per cercare di fare piena chiarezza su queste incongruenze. Oltre che per accertare le eventuali responsabilita´ penali dell´imputato.

Il GIP Ottavio Sferlazza dopo aver esaminato gli elementi raccolti dagli inquirenti, aveva imposto alla DDA di Caltanissetta l´iscrizione nel registro degli indagati del col. Arcangioli per il reato di furto con l´aggravante di aver favorito l´organizzazione mafiosa.
Il GUP Paolo Scotto, sulla base degli stessi elementi, ha dichiarato il non luogo a procedere ed ha prosciolto il col. Arcangioli “per non avere commesso il fatto” ritenendo l’ufficiale estraneo alla vicenda relativa alla scomparsa dell´agenda di Paolo Borsellino.
Attendiamo di conoscere le motivazioni in base alle quali il GUP Scotto ha preso questa decisione.
Registriamo intanto la reazione a caldo del procuratore reggente di Caltanissetta Renato Di Natale: “E´ stata una decisione inaspettata soprattutto dopo l´imputazione coatta che era stata disposta dal GIP.” 

Giovedí 4 aprile 2008: Giorgio Bongiovanni, direttore di ANTIMAFIADUEMILA, preso atto della sentenza che proscioglie il tenente colonnello Giovanni Arcangioli dall’accusa di furto aggravato  e in attesa di conoscerne le motivazioni e i conseguenti provvedimenti della procura,  chiede che il suddetto militare rassegni le proprie dimissioni dall’Arma dei Carabinieri:  Presumendo infatti che il giudice abbia ragione sull’estraneità dei fatti dell’allora capitano dei carabinieri non resta che dedurre che egli sia un incompetente e per questo motivo inadatto al prestigioso incarico che ricopre.
E’ infatti inconcepibile che un militare di alto rango, addestrato per far fronte alle situazioni più critiche si trovi sul luogo di una delle stragi più cruente della storia della nostra Repubblica e riferisca all’autorità giudiziaria solo pochi e confusi ricordi tirando in causa altri esponenti dello Stato con dichiarazioni imprecise e contraddittorie.
Come minimo, un militare della sua esperienza e con il suo curriculum, fosse stato in servizio o meno, avrebbe dovuto redigere un rapporto puntuale e meticoloso su tutto quanto visto e sentito in quei tragici momenti, proprio in virtù della sua competenza e ruolo.
Al contrario il tenente colonnello Arcangioli dichiara di non ricordare cosa accadde in quei momenti, cosa fece esattamente con la valigia del dottor Borsellino, se la consegnò e a quale magistrato, se la aprì o meno, se l’agenda rossa all’interno c’era o no….

All´editoriale di Giorgio Bongiovanni segue una curata ed approfondita ricostruzione della vicenda giudiziaria a cura di Aaron Pettinari (
Agenda rossa: il tenente colonnello Arcangioli si dimetta, ANTIMAFIADUEMILA, 04-04-2008).


Venerdí 6 aprile 2008: Benny Calasanzio prende spunto dall´originale ipotesi suggerita da un utente del nostro sito (L´Agenda esplosa, www.19luglio1992.com, 06-04-2008) per ricordare che anche nel caso dell´omicidio del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e del giudice Giovanni Falcone é stato appurato come nell´immediatezza del delitto “qualcuno” sia riuscito a mettere le mani su alcuni effetti personali dei cadaveri eccellenti, facendo sparire carte compromettenti in un caso e lasciando tracce nella memoria di un computer nell´altro rispettivamente . Si tratta di quella che l´ex magistato Giuseppe Ayala ha definito una sorta di agenzia funebre parallela che, anziche´ occuparsi del cadavere, si occupa dei documenti piu´ direttamente riferibili alla vittima eccellente” (intervista a cura di Fabrizio Feo per il TG3, RAI, 05-03-20). Un´agenzia che interviene nell´immediatezza dei delitti eccellenti e che sa di potersi muovere in piena sicurezza.


Infine vorremmo segnalare una notizia di sabato 7 aprile 2008: in seguito alla presentazione di un esposto da parte dei familiari delle vittime dell’attentato in via dei Georgofili a Firenze, e´ stata riaperta l´indagine sui mandanti a volto coperto delle stragi del 1993. Del nuovo fascicolo si occuperanno i pm fiorentini Francesco Fleury, Giuseppe Soresina e Alessandro Crini.  Il legale dei familiari delle vittime, Danilo Ammanato,  non è voluto entrare nel merito dell’esposto, limitandosi a dire che contiene “elementi nuovi e altri già emersi nel corso delle precedenti indagini e che meritano di essere approfonditi. Siamo ottimisti che la verità venga a galla”. Il nuovo esposto era stato preannunciato a febbraio scorso dopo la notizia che la procura aveva chiesto l’archiviazione dell’ultima inchiesta, la quarta, aperta sui cosiddetti mandati esterni a Cosa nostra per le stragi del 1993 (ANTIMAFIADUEMILA e ANSA, 07-04-2008).


Le tappe dell´inchiesta sul furto dell´agenda rossa di Paolo Borsellino

Le principali tappe dell´inchiesta della procura di Caltanissetta conclusasi con il proscioglimento in udienza perliminare del col. Arcangioli sono le seguenti:

  1. primavera 2005: l´inchiesta per il reato di furto a carico di ignoti parte dopo una perquisizione nello studio del fotografo palermitano Franco Lannino dove viene recuperato uno scatto sul quale si vede un uomo in abiti borghesi in via D´Amelio a Palermo il 19 luglio 1992 allontanarsi dal punto dell´esplosione poco dopo la strage con in mano una borsa di cuoio. La perquisizione scatta in seguito alla segnalazione di una fonte riservata. L´uomo ripreso nello scatto si accertera´ essere l´allora cap. del ROS dei carabinieri di Palermo Giovanni Arcangioli e la borsa di cuoio quella appartenuta a Paolo Borsellino. La borsa fu ritrovata successivamente al suo posto, cioè sul sedile posteriore dell’auto del Magistrato. All’interno non fu pero´ rinvenuta l’agenda personale di Borsellino, un’agenda rossa nella quale il Magistrato era solito scrivere i suoi appunti sulle indagini e dalla quale, a detta dei suoi familiari e di molti suoi collaboratori, non si separava mai.
  2. 12 Ottobre 2006: si apprende che il col. Arcangioli e´ indagato per false dichiarazioni al PM. Il nominativo dell’ufficiale dell’Arma e´ stato iscritto nel registro degli indagati della procura nissena in seguito a quanto da lui dichiarato in due audizioni del maggio 2005 e febbraio 2006 in qualità di testimone. Tali dichiarazioni sono risultate vaghe e contrastanti con quelle di altri testimoni presenti sul luogo della strage (Fonte: La Sicilia, 12-10-2006).
  3. 18 luglio 2007: il GIP nisseno Ottavio Sferlazza si oppone alla richiesta di archiviazione del fascicolo iscritto a carico di ignoti per il reato di furto dell´agenda di Paolo Borsellino, richiesta presentata dal procuratore aggiunto di Renato Di Natale e dal PM Rocco Liguori della procura di Caltanissetta. Il GIP Sferlazza ordina alla procura di effettuare ulteriori accertamenti sulle fasi successive all’esplosione dell’autobomba in via D´Amelio e sul perche´ la relazione sulla scomparsa dell’agenda venne redatta solo a dicembre del 1992 (fonte: IL CORRIERE DELLA SERA, 24-07-2007).
  4. Novembre 2007: Il GIP Sferlazza si oppone ad una seconda richiesta di archiviazione del fascicolo a carico di ignoti presentata dalla procura di Caltanissetta (fonte: ANTIMAFIADUEMILA).
  5. 6 febbraio 2008: si apprende che il GIP Sferlazza ha ordinato alla direzione antimafia di Caltanissetta l’iscrizione nel registro degli indagati del col. Arcangioli per il reato di furto con l´aggravante di aver favorito l´associazione mafiosa. Viene esclusa quindi l’imputazione di false informazioni al PM che rimane ipotizzabile solo a carico dei testimoni. Da parte del procuratore facente funzioni Renato Di Natale, inoltre, vi è la contestazione rivolta al militare di “avere sottratto cose esposte alla pubblica fede e l’avere approfittato di circostanze di tempo, di luogo e di persone tali da ostacolare la pubblica difesa”. La Procura di Caltanissetta intanto ha notificato ad Arcangioli l’avviso di conclusione delle indagini (fonte: ANTIMAFIADUEMILA. Vedi anche il servizio di Chiara Cerqueti, SKYTG24, 06-02-2008). 
  6. 5 marzo 2008: gli avvocati del col. Arcangioli, Diego Perugini e Sonia Battagliese, presentano una memoria in cui chiedono, tra l´altro, di interrogare un lungo elenco di personalita´: dai principali pentiti di mafia ai vertici governativi, delle forze di polizia e dei servizi segreti. “Per fornire un contributo di chiarezza ad un procedimento che appare assolutamente carente”. Sui funzionari dei servizi segreti presenti o assenti in via D’ Amelio, lamentano gli avvocati, non risulta siano state svolte indagini adeguate. Così ora chiedono accertamenti presso l’ ex Sisde, oggi Aisi, nonché di attribuire nomi e cognomi ad alcune persone inquadrate in altri fotogrammi tratti dai filmati girati sul luogo della strage, non ancora identificate o che sembrano muoversi con fare sospetto (fonte: “Agenda Borsellino, indagate sugli 007, Giovanni Bianconi, CORRIERE DELLA SERA, 05-03-2008. Vedi anche il servizio di Chiara Cerqueti, SKYTG24, 05-03-2008).
  7. 1 aprile 2008: il GUP di Caltanissetta Paolo Scotto di Luzio dichiara il non luogo a procedere nei confronti del col. Arcangioli “per non aver commesso il fatto”, ritenendo l´ufficiale estraneo alla vicenda relativa alla scomparsa del diario del Magistrato. La richiesta di rinvio a giudizio era stata sostenuta in aula dal PM Rocco Liguori. Il procuratore facente funzioni Renato Di Natale annuncia di attendere il deposito delle motivazioni della sentenza per decidere se presentare ricorso in Cassazione (fonte: ANSA).  



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