Il killer di don Pino Puglisi potrebbe diventare un pentito. Il boss di Brancaccio Gaspare Spatuzza parla da 4 mesi con i pm di Palermo Antonio Ingroia e Nino Di Matteo e con il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari. Spatuzza, che uccise il sacerdote il 15 settembre 1993, è in carcere dal 20 giugno 1997. E starebbe aiutando i magistrati a ricostruire il periodo delle stragi di mafia e di numerosi omicidi degli anni 80 e 90. I pm palermitani e nisseni ne stanno ancora valutando l’attendibilità, soprattutto sulla strage di via D’Amelio, sulla quale il dichiarante avrebbe fornito una versione diversa da quella contenuta nelle sentenze definitive, e resa da un altro collaboratore di giustizia, Vincenzo Scarantino.
Tra i primi fatti di cui ha parlato con i pm di Palermo, Gaspare Spatuzza ha inserito il delitto Puglisi, da lui commesso su ordine dei fratelli boss di Brancaccio, Giuseppe e Filippo Graviano, condannati come lui e Cosimo Lo Nigro, all’ergastolo. Spatuzza avrebbe «integrato» e confermato i racconti degli altri pentiti, ammettendo le proprie responsabilità e chiarendo il contesto in cui maturò il delitto del sacerdote. Ma da fedelissimo dei Graviano, Spatuzza sta anche parlando dei contatti dei loro capi con ambienti diversi da quelli mafiosi. Condannato per le stragi del ’93 a Roma, Firenze e Milano, Spatuzza, detto ‘u Tignusu, «il Calvo», era un killer molto abile e fu assoldato su input di un altro dei killer di don Pino Puglisi, Salvatore Grigoli.
L’Unità, 15 ottobre 2008
Gaspare Spatuzza ha iniziato a parlare da quattro mesi. Per adesso resta un dichiarante
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