Via L.V. Beethoven 78/E Massenzatico (RE)
23 maggio e 19 luglio. I nostri eventi, in questo periodo, riportano l’immagine di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Questi 57 giorni li riviviamo. Come riviviamo le stragi dei grandi Giudici, ivi inclusa la giudice Francesca Morvillo, con le persone delle scorte che ricordiamo: Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli.
Nel nostro progetto Aemilia, andiamo nelle piccole realtà dei paesi. A Massenzatico (RE) incontriamo volontari che si sono uniti per dar vita a una biblioteca i cui scaffali sono colmi dei libri che i cittadini hanno donato e donano. E ora, nella sala di lettura aperta al pubblico, tutto è a disposizione dei cittadini stessi.
Sono anche queste le realtà che tocchiamo in questo nostro cammino. Realtà che danno lezione di vita. Che insegnano e fanno ben comprendere come contribuire a tener sano un tessuto sociale e far scoprire le umane potenzialità. Andiamo in questi luoghi che già hanno fatto un cammino per sensibilizzare al dono a all’incontro. Una biblioteca che diventa il centro del paese, dove i giovani e gli adulti entrano e si confrontano.
Ora, il 14 giugno, alle 20,45, il nostro gruppo porta in questo luogo, il processo Aemilia. Paolo Bonacini, giornalista, scrittore, inviato Aemilia per la CGIL di Reggio Emilia è con noi. Il suo libro “Cento storie di Aemilia” documenta e amplifica fortemente l’imponenza e l’importanza di questo processo, il più grande processo di ‘ndrangheta del nord. Stefano Morselli, giornalista, modera l’incontro.
Sempre molta affluenza di pubblico che interagisce, che si stupisce, che stenta a crederci e che se ci crede non sa come e cosa fare. La conoscenza del fenomeno, di fatti e persone è sicuramente fondamentale. Ma poi si torna a noi. Cosa posso fare io? L’infiltrazione è così silente che si trasforma, quasi, in normalità. Rischia di intaccare i nostri comportamenti. Scivola dentro alle nostre comunità. Loro, gli ‘ndranghetisti, hanno capito che sparare non serve, serve rendere servigi precisi a persone precise.
Gli amministratori dei comuni devono far sentire la loro voce. Che sia forte e che, tutti e tutte possano sentirla. Gli amministratori che non si esprimono chiaramente portano confusione, appiattimento, adattamento, nella popolazione. Possiamo tutti constatare come questo sia un danno grave e prolungato nel tempo.
Noi gente tra la gente in un percorso comune di consapevolezza
Movimento Agende Rosse – gruppo Rita Atria – di Reggio Emilia e Provincia
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