Via Roma 13
Reggio Emilia
Paolo Bonacini e Tiziano Soresina rivelano ancora una volta, quanto il giornalismo autentico, coerente, puntuale è fondamentale perché la gente sappia, conosca, maturi pensiero e consapevolezza. Loro insieme per raccontarci dell’esperienza dentro all’aula bunker del processo Aemilia. Il titolo dell’evento prende il nome dai libri di Paolo e Tiziano, nati dal costante lavoro d’indagine e informazione svolto durante il processo.
Dall’inizio del 2016 alla fine del 2018 per scoprire in 195 udienze cosa è successo negli ultimi 40 anni sul territorio di Reggio Emilia e Provincia, quando la ‘ndrangheta ha iniziato a mettere qui le sue radici. Servizievole e silenziosa da una parte e dall’altra crudele e spietata. Gli omicidi del ’92 che sembravano appartenere ad aspetti delinquenziali occasionali diventano tappe ‘ndranghetistiche per il domino del territorio.
Giuseppe Ruggiero e Nicola Vasapollo, vengono uccisi a Brescello e a Reggio Emilia. Il processo Aemilia attraverso i collaboratori di giustizia, giunge a delineare un sottofondo sempre più denso e spesso di malavita organizzata, connivenze e corruzioni.
Gli appalti al massimo ribasso sono serviti per attrarre qui gente senza scrupoli. L’imprenditoria non si avvede o non si è voluta avvedere dei soldi facili messi a disposizione da questi personaggi trovati al punto giusto e al momento giusto.
Le amministrazioni non sono certamente state in testa a processi di consapevolezza. No. Il processo Aemilia deve arrivare a ogni persona, donna, uomo e giovani. Che ora tutti sappiano. Sempre più, così, per lavorare insieme, per riportare salute al nostro territorio.