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Il giornalismo e il teatro nell’esperienza del movimento Antimafia

Venerdì 7 giugno, a Milano nell’Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli, ha avuto luogo un incontro con Paolo Borrometi, autore del libro “Un morto ogni tanto”.

L’iniziativa promossa dal Gruppo “Peppino Impastato e Susanna Crispino” delle Agende Rosse di Milano è stata realizzata in collaborazione con Regione Lombardia e Co2 onlus.

Dopo l’introduzione di Monica Forte, Presidente della Commissione Antimafia, è stato proposto un breve estratto dallo spettacolo teatrale “Se dicessimo la verità” produzione del Piccolo Teatro, già presentata in sede ONU.

Arte come strumento esploratore di senso per raccontare dieci storie, dieci occasioni per uno sguardo su malaffare, disinteresse, impegno civile. Presente in sala il Direttore del Piccolo Teatro Sergio Escobar insieme con Giuliana Minoli che ha raccontato la nascita del progetto Co2.

Tra le storie evocate dagli attori, è stata evidenziata la vicenda partita dalle denunce di Paolo Borrometi, alle riflessioni del quale è stata affidata la seconda parte dell’incontro.

Intervistato da Cesare Giuzzi del Corriere della Sera, Borrometi ha avuto modo di esprimere quello che ritiene essere il senso della professione di giornalista: non giornalista “antimafia” ma semplicemente giornalista, che si informa, verifica, racconta le cose come stanno.

E così scrivendo “semplicemente” di cronaca locale nel Ragusano, riportando i fatti senza autocensurarsi, Borrometi ha acceso una luce su di un territorio fino a quel momento defilato rispetto all’attenzione delle procure e della stampa generando una serie di reazioni che sono culminate in un aggressione ed in un progetto di attentato sventato nel 2018 dalle forze dell’ordine.

Tra i temi trattati nel corso della mattinata, anche con l’intervento del Presidente dell’Ordine dei giornalisti, è stata posta particolare attenzione a ciò che oggi rappresenta la professione di giornalista e più in generale il rapporto con la stampa.

In chiusura Il Professor Nando Dalla Chiesa ha ricordato l’effetto che la sua intervista del 1982 provocò allorquando in riferimento all’assassinio del padre, Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, chiamò in causa la corrente Andreottiana della DC, un effetto che, secondo il Professore ancora oggi porta conseguenze.

 

Movimento Agende Rosse – Gruppo “Peppino Impastato e Susanna Crispino” – Milano

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