LA PIOVRA NEL CARRELLO
Appunti per un «mafia movie»
Strane cose succedono nel supermercati del Sud: i soldi della. cocaina, diventano scontrini di acquisto della mortadella, i boss sono gli unici che non evadono le tasse e nasce una nuova classe operaia del riciclaggio.
Spunti per una sceneggiatura: l’incredibile rapporto della commissione Antimafia e le notizie che filtrano dalle pagine di un coraggioso quotidiano calabrese (e poi si dice che l’Italia è in declino…)
Seduto di fronte al computer, lo sceneggiatore di un «mafia movie» italiano sta cercando di scrivere un soggetto. Non ha ancora deciso se è per il cinema o per la televisione, ma sa che il filone comunque non è ancora secco.
Un possibile inizio è facile: notte di Ferragosto, noto ristorante italiano a Duisburg, in Germania, dove cenavano i calciatori italiani poi campioni del mondo.
Proprietario, camerieri e amici stanno facendo tardi a serrande chiuse. Killer venuti dalla Calabria freddamente fanno fuori tutti, un po’ come succede all’inizio dei Tre giorni del condor. Scena senza musica, rumori attutiti, nessun grido, nessun «mamma mia»; poi partono i titoli di testa e comincia la storia che comprenderà riti e barbarie antiche, miscelate con traffico sudamericano di cocaina, servizi segreti, uomini politici di livello locale e magistrati impiccioni che faranno una brutta fine. (Bello, ma un po’ anni Settanta).