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Castelfranco Emilia invita Mario Mori, le perplessità di una scelta

Al Sindaco e al Consiglio comunale di Castelfranco Emilia.


Abbiamo recentemente appreso che il vostro Comune nell’ambito della rassegna “Fa la cosa giusta” presenterà, oggi mercoledì 14 dicembre il libro OLTRE IL TERRORISMO - Soluzioni alla minaccia del secolo” scritto da Mario Mori ed edito dalla società Grisk. Alla presentazione sarà presente l’autore.

Tramite alcuni consiglieri comunali abbiamo portato all’attenzione dell’assessore Giovanni Gargano alcuni fatti, riportati dalla stampa e reperibili online, che ci lasciavano perplessi sulla scelta di organizzare questa presentazione.

Nel Gennaio 2015 il vostro comune ha conferito all’unanimità al Pm Nino Di Matteo la cittadinanza onoraria. Accompagnando l’onorificenza il sindaco sottolineava: “L’Amministrazione di Castelfranco da anni si contraddistingue per la lotta alla mafia e soprattutto per la diffusione della cultura della legalità”.

Oltre a ricordarvi che Mario Mori è attualmente sotto processo (Trattativa stato-mafia) e che il Pm di questo processo è proprio quel Nino di Matteo vostro concittadino onorario, fatto che da solo dovrebbe essere incompatibile con l’organizzazione dell’evento, vorremo porre la vostra attenzione sulla società Editrice del libro, la Grisk il cui amministratore delegato è Giuseppe De Donno, anch’egli imputato  nel processo Trattativa stato-mafia. Per farlo utilizziamo un articolo del Fatto Quotidiano che riassume i fatti più salienti:

 


< Alfredo Robledo quel contratto era illecito. E non è l’unico paradosso. A essere accusato di concorso in turbativa d’asta, falso ideologico e di truffa aggravata ai danni delle casse pubbliche per i 560mila euro ricevuti è l’uomo che Formigoni aveva voluto per vigilare sulla “trasparenza e la legalità” degli appalti di Expo 2015. Parliamo di Giuseppe De Donno (nella foto, ndr), ex ufficiale del Ros dei Carabinieri, attualmente sotto processo perché è considerato dai pm palermitani il personaggio centrale (dalla parte pubblica) della trattativa Stato–Mafia, insieme al generale Mario Mori, suo capo al Ros dei Carabinieri al tempo delle stragi, e poi al Sisde, il servizio segreto civile interno, negli anni del secondo Governo Berlusconi. 

De Donno poi si è congedato e nel 2010 ha creato, portandosi dietro i migliori 007 una società di sicurezza: la GRisk. In passatoi soci erano (ciascuno con il 33 per cento) De Donno, la famiglia dell’ex amministratore della Finsiel Salvatore Pinto e la General Holding Company di Alfonso Gallo, un imprenditore che costruiva centrali elettriche e che una dozzina di anni fa era considerato vicino all’ex sottosegretario dalemiano Antonio Bargone e che è stato sentito nelle indagini napoletane del pm Henry John Woodcock sui suoi rapporti con il deputato Pdl Alfonso Papa e con Luigi Bisignani. Da anni ormai prima Pinto e poi Gallo sono usciti da Grisk. Dal 2013 De Donno controlla la società con il 66 per cento mentre il restante 33 per cento è di Mauro Ciuffini. Il generale Mario Mori è sempre accanto al suo allievo, come direttore scientifico della rivista Look Out edita dalla GRisk e allegata a Panorama della Mondadori. 
De Donno è imputato con Mori a Palermo perché avrebbe “turbato la regolare attività dei corpi politici dello Stato Italiano” ma il presidente della Regione Formigoni pensa a lui nel 2009 quando, come i magistrati milanesi ricordano nell’ordinanza, lo nomina membro del Comitato per la legalità e la trasparenza delle procedure regionali dell’Expo. Di lì De Donno entra nel grande giro e ottiene contratti su contratti. Alla GRisk, Rognoni, direttore generale di “lnfrastrutture Lombarde” e amministratore della partecipata “Concessioni Autostradali Lombarde”, affida la “rilevazione del rischio ambientale e legale nell’ambito delle attività istituzionali”. E tra le attività istituzionali della “Infrastrutture Lombarde” c’é Expo 2015. Rognoni affida appalti per 11 miliardi, finiti nel mirino della procura. De Donno avrebbe dovuto rappresentare, nel comitato di controllo per Expo 2015 – dove s’insedia, per volontà di Formigoni, il 7 agosto 2009 – il baluardo della legalità. Invece, secondo il pm Alfredo Robledo, l’ex ufficiale del Ros s’accorda per la GRisk con Rognoni “per l’assegnazione continuativa di incarichi di consulenza”, ma senza la “procedura selettiva prevista per legge”. Non solo: gli investigatori scoprono date false nelle delibere e “frazionamento delle commesse”, pur di non accedere alla gara pubblica con cinque concorrenti. Il compito della GRisk previsto dai contratti è “attività d’intelligence preventiva”, “monitoraggio progressivo e costante per la prevenzione di patologie devianti”, “collegamento con i rappresentanti delle istituzioni locali per la condivisione delle politiche comportamentali”. 
L’incontro tra De Donno e Rognoni avviene appena due mesi dopo il suo insediamento nel Comitato Expo quando un dirigente regionale alle dipendenze di Formigoni, Francesco Fornaro, scrive al direttore generale di Infrastrutture Lombarde: “Il Comitato sta procedendo a una prima mappatura delle infiltrazioni mafiose in Lombardia, come stabilito con il Presidente, nella prima riunione di qualche settimana fa. De Donno, che coordina i membri esterni, mi ha richiesto (…) una sintesi dei piani di intervento della Regione e dei principali enti regionali, che indichi i lavori da appaltare, o recentemente appaltati, gli importi, gli aggiudicatari, i tempi di realizzo. (…) Come sempre, conviene fare le cose assieme, anche con De Donno. Mi dirai meglio tu”. L’incontro tra De Donno e Rognoni viene fissato per il 15 ottobre e da quel momento in poi, secondo l’accusa, “le comunicazioni intercorse tra le parti confermano il proposito di avviare un rapporto di collaborazione professionale”. 

Marco Lillo e Antonio Massari (Il Fatto Quotidiano, 22 marzo 2014)>>


 

Dalla sentenza della cassazione che impone di ricalcolare l’importo confiscato si legge:

 

Con ordinanza del 12 maggio 2014, il Tribunale, sezione del riesame, di Milano ha confermato il decreto del 6 aprile 2014, col quale il Gip dello stesso Tribunale aveva disposto il sequestro preventivo della somma di 560.000,00 euro (eseguito per 358.181,15 euro) nel confronti di “G Risk Security & Intelligence Service” di cui è amministratore delegato De Donno Giuseppe, in relazione all’illecito amministrativo di cui agli artt. 5, comma 1, lett. a), 6 e 24 d.lgs n. 231/2001 derivante dal reato di cui agli artt. 110 e 640, comma 2, cod. pen. (capo 54). Il Tribunale ha prernesso che la vicenda cautelare reale si inserisce nell’ambito del più ampio procedimento che ha condotto ad accertare in termini di gravità indiziaria la sussistenza di un’associazione per delinquere, al cui vertice opera Rognoni Antonio Giulio, direttore generale di Infrastrutture Lombarde S.p.A. (di qui in avanti I.L. S.p.A.) e di Concessioni Autostradali Lombarde S.p.A. (di qui in avanti C.A.L. S.p.A.), coadiuvato da Perez Pier Paolo, Direttore dell’ufficio gare e contratti di I.L. S.p.A., e di cui fanno parte altri soggetti operanti nei medesimi enti pubblici nonché una serie di privati beneficiati anche da singoli delitti scopo; associazione finalizzata ad intervenire stabilmente nel procedimenti di gara, mediante la redazione e la falsificazione degli atti di delibera a contrarre e dei contratti di assegnazione, garantendo l’affidamento di una serie incarichi – in preferenza legali – sempre ai medesimi professionisti, senza seguire le procedure di legge per gli affidamenti, determinando compensi in modo forfettario, sì da assicurare un ingiusto profitto ai professionisti, nonché frazionando gli incarichi, ai fine di assicurare una sistematica distribuzione dei profitti fra più beneficiari. Il Tribunale ha quindi posto in luce che il Gip, nell’applicare la misura cautelare personale di natura interdittiva, ha ravvisato a carico di De Donno Giuseppe, amministratore di “G Risk Security & Intelligente Service”, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza In ordine ai delitti di truffa al medesimo contestati in via provvisoria; che il medesimo giudice ha evidenziato che, in relazione ai reati per i quali si procede, è prevista, a norma degli a.. 640- quater e 322-ter cod. pen., la confisca dei beni che costituiscono il profitto o il prezzo del reato anche per equivalente, e che il sequestro a fini di confisca può essere disposto anche nei confronti dell’ente a norma del combinato disposto degli artt. 53 e del d.lgs. n. 231 del 2001; che il primo decidente ha determinato il profitto in termini pari all’importo concordato e liquidato quale corrispettivo del contratto oggetto di truffa.


Vale la pena aggiungere che per la stessa società, secondo la stampa, lavora l’ex BR Valerio Morucci.

 

Per questi motivi abbiamo chiesto di rivalutare l’opportunità di organizzare tale presentazione, ottenendo però risposta negativa.

Riteniamo ovviamente legittimo da parte di Mario Mori e Grisk il voler presentare il proprio libro ma rimaniamo sconcertati dal fatto che, uno dei numerosi comuni che ha voluto lanciare un segnale positivo dal punto di vista del contrasto alla mafia e all’illegalità, concedendo la cittadinanza onoraria a Nino Di Matteo, ora organizzi la presentazione di un libro scritto ed edito dagli stessi imputati del processo di cui Di Matteo è PM.

 

Movimento delle Agende Rosse


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