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Caltanissetta: il mistero dell’agenda rossa di Paolo Borsellino

Caltanissetta: il mistero dell’agenda rossa di Paolo Borsellino

Ci sono ancora tanti punti oscuri sulla strage di Via D’Amelio, a Palermo, dove ha perso la vita il giudice Paolo Borsellino in un attentato.
Ci sono misteri ancora sull’agenda rossa scomparsa su cui Borsellino avrebbe scritto qualcosa poco prima di morire.
Misteri anche su chi non si occupò di garantire la dovuta sicurezza per evitare la morte del giudice e dei cinque agenti di scorta. 

Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ha parlato di questi e tanti altri misteri giovedì pomeriggio alla procura di Caltanissetta, come persona informata dei fatti.
Davanti al pubblico ministero Rocco Liguri che conduce il filone d’indagine rimasto aperto sulla strage di Via D’Amelio, Salvatore Borsellino, ingegnere a Milano, ha ribadito tutta una serie di domande già oggetto di una lettera aperta. Nel documento si parla della mancata protezione del fratello, della sottovalutazione sulle segnalazioni di un attentato in preparazione a Palermo tra Borsellino e l’allora procuratore Pietro Giammanco; degli incontri romani del procuratore Aggiunto che in quei giorni interrogava segretamente i neo pentiti Gaspare Mutolo e Leonardo Messina.
Mercoledì prossimo, davanti al Gup di Caltanissetta, Paolo Scotto Di Luzio, si terrà l’udienza preliminare nei confronti del colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli.
L’uomo è accusato di furto aggravato dall’avere favorito la mafia. L’ufficiale, che ha respinto le accuse, subito dopo la strage avrebbe preso l’agenda rossa che Paolo Borsellino conservava nella sua borsa da lavoro.

 

30 / 03 / 2008

Chiara Ferraù

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