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Calogero Cangelosi, 70 anni dopo la Cgil lo ricorda

I funerali di Calogero Cangelosi (clicca per ingrandire)

di Ilaria Romeo 06 aprile 2018 ore 10.22

 
Da tempo nel mirino dei latifondisti del paese, venne colpito a morte mentre tornava a casa da una riunione sindacale. A Camporeale manifestazione commemorativa, alla presenza della nipote, che sarà conclusa dal segretario regionale Michele Pagliaro

Il 1° aprile del 1948 viene assassinato a Camporeale, al confine tra le province di Trapani e Palermo, il segretario della Camera del lavoro Calogero Cangelosi, socialista e dirigente delle lotte contadine. Da tempo nel mirino dei latifondisti del paese, viene colpito a morte alle 10 della sera mentre torna a casa dopo una riunione in cui si è discusso della conquista delle terre, dell’applicazione dei decreti Gullo sulla divisione del grano ai contadini, della concessione alle cooperative contadine delle terre incolte. Con lui altri due sindacalisti, Vincenzo Liotta e Vito Di Salvo, sono colpiti e feriti gravemente, mentre Giacomo Calandra e Calogero Natoli rimangono miracolosamente illesi.

Ai funerali di Cangelosi parteciperanno tutti i contadini del paese e dei comuni del circondario: in mezzo a loro e accanto ai familiari anche il segretario nazionale del Psi Pietro Nenni, venuto a onorare il suo compagno di partito (lo stesso Pertini si interesserà attraverso la rete di Solidarietà democratica della famiglia del sindacalista).

Non sarà mai bandito un processo e, nonostante tutti sapessero che a dare l’ordine di morte era stato il proprietario terriero don Serafino Sciortino (di cui Cangelosi era mezzadro) e che a sparare erano stati il capomafia Vanni Sacco e i suoi picciotti, si procederà contro ignoti. “Cangelosi fa parte dei 36 morti che ha avuto la Cgil tra il ’45 e il ’66 e che stiamo ricordando, alcuni per la prima volta in questi anni, per strappare le loro storie dall’oblio – afferma il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo –. L’antimafia ha origini antiche. Risale al periodo successivo al movimento contadino dei fasci siciliani, alla storia di questi pionieri, che sapendo di essere nel mirino e completamente indifesi, si sono battuti per portare avanti i loro ideali, gli ideali dei contadini e della gente comune, rimettendoci la pelle”.

Quando me lo hanno portato via, povera anima del Paradiso!, io non avevo niente, non possedevo nulla, se non un affitto da pagare e quattro figli da sfamare – racconta la moglie di Cangelosi, Francesca Serafino –. Sono stata costretta ad andare in campagna a lavorare con gli uomini. Ricordo ancora i calli alle mani, le fatiche che ho dovuto sopportare. Ma i miei figli piangevano, volevano il pane, volevano le scarpe, e io non sapevo più come aiutarli […]. Mio marito era iscritto al partito socialista e allora questo era considerato un reato. Lo avevano minacciato, ma lui mi diceva di non preoccuparmi perché non faceva male a nessuno. Calogero era un uomo sincero: quando è morto ha pianto tutto il paese. Ho cercato di ottenere una pensione minima, ma non ci sono riuscita. Poi, su consiglio di mio fratello, ci trasferimmo a Grosseto”.

La mia mamma aveva solo due mesi quando è morto suo padre, dirigente sindacale ammazzato dalla mafia a Camporeale. Ha vissuto col rammarico di non averlo mai conosciuto”, diceva due anni fa Sonia Grechi, nipote di Calogero Cangelosi, in occasione del 68° anniversario della scomparsa. “La vera motivazione della morte di mio nonno l’ho saputa soltanto quando ero già grande, quando una volta con la nonna abbiamo sfogliato le foto dell’album di famiglia e c’erano quelle del funerale – continua a raccontare Sonia, oggi dirigente della Filcams a Grosseto –. Per la nonna, che si arrangiava con tanti lavoretti, era difficile crescere quattro figli. Così, dopo 12 anni dalla morte di suo marito, preferì anche lei per motivi di lavoro lasciare la Sicilia e trasferirsi a Grosseto, dove c’erano già altri parenti di mio nonno”.

E da Grosseto partirà oggi, venerdì 6 aprile, una delegazione che parteciperà a Camporeale alla manifestazione commemorativa in ricordo del sindacalista assassinato dalla mafia, alla quale saranno presenti, assieme ai familiari di Cangelosi, il segretario generale della Cgil di Grosseto Claudio Renzetti e il segretario regionale della Cgil Toscana Maurizio Brotini. La manifestazione si aprirà alle ore 9.30 con la deposizione di una corona d’alloro in piazza Cangelosi. Alle 10.30 nella sala consiliare si svolgerà un dibattito che sarà coordinato da Dino Paternostro, responsabile legalità per la Cgil Palermo, a cui interverranno il sindaco del Comune di Camporeale Luigi Cino, don Luca Leone, sacerdote delegato dell’arcivescovo di Monreale, Sonia Grechi, nipote di Calogero Cangelosi, Giuseppe Di Lello, ex magistrato, Claudio Renzetti, segretario generale della Camera del lavoro di Grosseto, Filippo Cutrona, segretario generale della Cgil Trapani, Maurizio Brotini, segretario regionale della Cgil Toscana, Enzo Campo, segretario generale della Cgil Palermo e Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, che concluderà con il suo intervento la giornata.

Ilaria Romeo è responsabile Archivio storico Cgil nazionale

da: Rassegna Sindacale

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