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Boretto (RE): Aemilia – Nessun dorma – “Solo quando si scioglierà il silenzio, la luce splenderà”.

di Movimento Agende Rosse ‘Rita Atria’ di Reggio Emilia e Provincia

“Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici”.
Rita Atria.

E’ un invito forte questo di Rita, l’abbiamo letto in diversi nostri eventi.

Le prime volte sembrava una frase quasi assurda: “Io che scelgo di combattere la mafia, come posso farlo?!”  E invece queste parole  si riempiono di sempre maggiori significati. Come persone e come  gruppo sentiamo che è proprio in noi  che inizia il grande lavoro verso la trasparenza e la legalità.  A volte si può pensare che siamo talmente intrisi di mafiosità che neppure ce ne accorgiamo più. Altre volte  riteniamo che la mafia ce l’abbiamo talmente intorno che non ci può che sommergere. Uscire dall’indifferenza vuole dire anche questo: accorgerci della nostra personale mafiosità, oltre a quella che ci sta intorno. In un sistema spinto alle  massime apparenze sono tante le insidie.

Ed è così che continua il nostro cammino tra i comuni  della nostra provincia, a Reggio Emilia. Dire che il processo Aemilia possa smuovere le coscienze non basta. Ascoltando un pentito in aula ci aiuta a comprendere chi siamo. Ci aiuta a capire la distanza che c’è tra le persone e quanto posso provare pietà, compassione, rabbia e consapevolezza. Ascoltando un pentito si ha, nell’immediato, il senso di noi stessi, dell’inaccettabile e dell’azione sociale che ci aspetta già fuori dal bunker  come cittadine e cittadini. Il precipizio è la parola chiave che nasce naturale ascoltando il processo: se non si torna indietro da lì, se non si ferma questo dilagare è la fine. Fare piccole cose, sì, ma subito!

Antonio Valerio, uno dei pentiti del processo Aemilia,  ci ha fatto lezioni d’ndrangheta per parecchie udienze. Abbiamo ascoltato cose terribili e disumane come il fatto che uccidere un figlio o un fratello ritenuto “traditore” è cosa dovuta.  E’ emerso come la solidità dell’organizzazione ‘ndranghetistica nasca  dal sangue e col sangue. Sangue e soldi.  La morte sta accanto a tutto: si può viaggiare in Ferrari, comprare paesi e uccidere ed essere uccisi. Uccidere è un livello ottimo per avere crediti nella scala gerarchica. I roghi, bruciare camion e macchine, anche questi  diventano fiori all’occhiello per chi li compie. Ci ha anche colpito  la commozione di questo uomo che racconta che, a 50 anni, fatto  il bilancio della sua vita si è sentito  di dover fare il salto… Gli auguriamo che sia un salto autentico.

Non c’è miglior voce di chi, come Paolo Bonacini, inviato al processo Aemilia per la CGIL di Reggio Emilia, possa descrivere e valutare più di 165 udienze del  processo Aemilia, vissute momento per momento nel  bunker del Tribunale di Reggio Emilia. E noi, Agende Rosse Rita Atria di Reggio Emilia e Provincia,  che molte ore di processo le abbiamo vissute accanto a lui,  insieme continuiamo il cammino andando incontro alla gente che vuole ascoltarLo e ascoltarci. Stefano Morselli, giornalista, modera la serata.

Ora, venerdì 8 giugno, alle 20,45,  saremo a Boretto, vicino al Po,  in provincia di Reggio Emilia.

 

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