29/9/2025 – Oggi alle 23:30 Rai1 affronta una storia tabù: le bombe della mafia che sconvolsero l’Italia nel periodo 1993-94. Cose Nostre, il programma condotto da Emilia Brandi, ripercorre la scia di devastazione e sangue che lasciò 10 morti tra Firenze e Milano e danni inestimabili alle basiliche di Roma. Grazie a una lunga intervista con Antonio Padellaro si racconta la storia dimenticata della Lancia Thema imbottita di esplosivo che sarebbe dovuta saltare in aria il 23 gennaio 1994 mentre 40 mila spettatori di Roma-Udinese defluivano tra i carabinieri a cavallo. Un racconto incrociato tra la voce del boss “pentito” Gaspare Spatuzza e quella di Padellaro (carnefice e vittima potenziali quella domenica) narra la scena da film: il mafioso Salvatore Benigno, appostato sulla collina di Monte Mario con Spatuzza, che spinge più volte il tasto del telecomando a fine partita quando passano i Carabinieri. La Lancia però non esplode, i carabinieri sfilano, e il capo Spatuzza, per evitare di uccidere solo i tifosi, grida a Benigno: “Basta!”. Il film dell’attentato del 23 gennaio è inserito nel contesto storico: sono i giorni del passaggio alla seconda Repubblica. Il 26 gennaio c’è la discesa in campo di Silvio Berlusconi e il 27 il regista delle stragi, Giuseppe Graviano, è arrestato all’ora di cena in un ristorante di Milano. Una settimana prima aveva dato a Roma, al bar Doney, l’ordine a Spatuzza di dare “il colpo di grazia” all’Olimpico premettendo che avevano il Paese nelle mani grazie a Berlusconi. Racconto indiretto e mai riscontrato per le sentenze. Questa storia però intriga ancora i pm di Firenze che indagano su Marcello Dell’Utri e indagavano fino alla morte Berlusconi per l’ipotesi (tutta da dimostrare) di concorso con i boss nelle stragi. Padellaro chiude la puntata ricordando la sua domenica speciale narrata anche nel libro La strage e il miracolo, Paper First, del 2020. Era all’Olimpico con i figli quel giorno. Passò accanto all’autobomba dopo aver visto la sua Roma perdere 2 a 0 contro l’Udinese, unica tragedia reale della giornata per il fondatore del Fatto che chiude con un’immagine: due mafiosi, un telecomando che non funziona sotto la Madonnina di Monte Mario e Spatuzza che dice: “Finiamola qui”. La Madonnina, messa lassù dai romani come ringraziamento dopo aver scampato i danni di guerra, anche stavolta ha fatto il miracolo.
M. L. (Il Fatto Quotidiano)
