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All’alberghiero di Cingoli (MC) si pranza con la legalità insieme a Salvatore Borsellino e Agende Rosse

Un incontro emozionante, quello organizzato martedì 27 marzo dall’Ipseoa “G. Varnelli” di Cingoli con il patrocinio del Comune, un momento formativo che ha visto la partecipazione di illustri ed autorevoli ospiti, quali l’Ingegnere Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo Borsellino, il magistrato ucciso dalla mafia insieme agli uomini della scorta il 19 luglio 1992 a Palermo, lo chef Filippo Cogliandro, ambasciatore Antiracket per la ristorazione italiana nel mondo e premio “Paolo Borsellino” nel 2016, l’avvocato Alessandra Antonelli, coordinatrice e portavoce del movimento “Agende rosse” della sezione di Ancona e provincia. 

Il convegno, che si è svolto presso il cinema-teatro Farnese di Cingoli, si inserisce nell’ambito del progetto “Cultura e legalità: responsabilità e diritti”, un’importante occasione per educare i giovani al coraggio di contrastare la corruzione, alla cultura della giustizia e del merito, alla cittadinanza attiva e consapevole volta al rispetto dei dettami costituzionali.

Gli ospiti, con il toccante racconto delle loro esperienze di vita, il ricordo del fervido impegno del magistrato Paolo Borsellino nella lotta alla mafia, hanno saputo accendere il cuore dei presenti promuovendo significative riflessioni sul tema della legalità quale modus operandi imprescindibile per la vita sociale, civile dei giovani. Solo la conoscenza e il coraggio rendono liberi di pensare, di agire, di non soccombere dinanzi ai poteri mafiosi: questo il significato del messaggio trasmesso. La legalità è onestà, è giustizia, è etica, è cultura della responsabilità.

Al convegno ha fatto seguito il “Pranzo della legalità”, un momento conviviale egregiamente curato dallo chef Filippo Cogliandro, dagli alunni della classe 4 AC e del corso serale capitanati dai docenti Oscar Piccinini e Bruno Spaccia. Filippo Cogliandro non ha piegato il capo alle intimidazioni mafiose, non si è lasciato incatenare dai ricatti e con il suo ristorante L’A Gourmet di Reggio Calabria e la sua dedizione all’arte culinaria quale prediletto strumento di ribellione antimafiosa, ha saputo offrire una scelta di sapori che hanno riecheggiato i colori e  i profumi della bella terra calabra.

L’occasione ha rappresentato un’indimenticabile lezione di vita e ha suscitato un’immensa commozione e quella profonda certezza che, ripercorrendo le parole di Paolo Borsellino, “se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia  svanirà come un incubo”.

 

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