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Posts published in “Giorno: 2 Dicembre 2021

Omicidio Agostino, ex poliziotto Paolilli dovrà risarcire i familiari dell’agente ucciso

2 dicembre 2021 – Per l’omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, l’ex poliziotto Guido Paolilli dovrà risarcire i familiari dell’agente ucciso il 5 agosto 1989 Il giudice monocratico Paolo Criscuoli – dopo un procedimento avviato a gennaio del 2020 – ha accolto la tesi avanzata dalla famiglia Agostino, rappresentata dall’avvocato Fabio Repici. Paolilli, è stabilito in sentenza, distruggendo gli appunti manoscritti dell’agente durante la perquisizione seguita all’omicidio, ha leso il diritto dei congiunti dell’Agostino al lutto. E per questo dovrà pagare 22746 euro ciascuno ai genitori di Agostino, con interessi in caso di ritardo, e 9099 ciascuno ai fratelli.

“Fintanto che la verità è negata, perché si impedisce di raggiungerla, la verità è “stracciata”, come simbolicamente  – scrive il giudice – avvenuto con le “cose stracciate” rinvenute a casa Agostino, ciò rende impossibile elaborare il lutto; ciò si avvera quand’anche le cose soppresse fossero state apparentemente irrilevanti (e resta il fatto che ad una lettura dei parenti e degli inquirenti potevano risultare tutt’altro che irrilevanti).
Certo è che, comunque, la ricostruzione della figura della vittima, prima di tutto, per i parenti e, comunque per l’esito delle indagini penali, è stata mutilata dalla condotta del convenuto. Stracciare una cosa del defunto che può essere rilevante per ricostruirne la memoria, il vissuto e le cause della morte – si legge –  assume una valenza di diretta lesione al sentimento dei parenti di pietà per il defunto stesso”.

L’omicidio del poliziotto, massacrato insieme alla moglie il 5 agosto 1989, è stato al centro di diverse inchieste della procura di Palermo. Al momento, per il duplice omicidio è stato condannato all’ergastolo, col rito abbreviato, il boss di cosa nostra, Nino Madonia, che ha presentato appello. Mentre è in corso, col rito abbreviato, il processo al boss Gaetano Scotto, accusato di duplice omicidio in concorso, e a Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento. Nell’ambito delle indagini preliminari Paolilli nel corso di una intercettazione, parlando col figlio (anche egli poliziotto) disse: “Una freca di cose, che proprio io ho pigliato e poi ne ho stracciato”.

“Inverosimile, per un duplice ordine di motivi, la tesi del Paolilli,  – afferma il giudice della III sezione civile del Tribunale di Palermo – resa in occasione dell’interrogatorio formale, circa il rinvenimento di “cose” inutili che aveva ritenuto di distruggere. Il primo è relativo alla inattendibilità intrinseca: difficile ipotizzare che in occasione di un atto di pg un operante ponga attenzione a “cose” inutili e, peraltro, si adoperi per distruggerle, anziché passare oltre nell’atto di indagine ovvero restituirle ai proprietari/parenti. Il secondo è relativo alla inattendibilità estrinseca: difficile ipotizzare che a distanza di tanto tempo, a fronte di una domanda rivolta dal figlio, il propalante ricordi un dettaglio, secondo il suo assunto, così insignificante come il rinvenimento di oggetti di nessun rilievo immediatamente distrutti e lo riferisca in relazione alle dichiarazioni del padre della vittima che, invece, riteneva assai rilevanti detti manoscritti”. Per il giudice “deve ritenersi che il Paolilli abbia rinvenuto “cose” di cui però non si rinvenne traccia nei verbali di sequestro perché “stracciate”.
Tali “cose”, quindi, furono sottratte al vaglio degli altri investigatori e dell’Autorità Giudiziaria”.

Fonte: La Repubblica

 

 

 

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