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Vittorio Teresi: come giudicare i politici

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di Patricia Ferreira e Guido di Gennaro


Il dott. Vittorio Teresi, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, lo scorso 11 luglio ha partecipato alla presentazione del libro «L’Agenda Rossa di Paolo Borsellino» presso la libreria Tantestorie del nostro amico Giuseppe Castronovo. Vogliamo qui riproporre quanto il magistrato ha detto a proposito del giudizio dei politici.

«Ma, io questo non lo so, non sono un esperto in comunicazione. Posso solo dire che negli ultimi anni e forse nella cultura occidentale moderna, nelle democrazie occidentali, e in particolare nel nostro Paese, le vicende importanti vengono lette soltanto attraverso la lente giudiziaria. Manca una lettura alternativa degli storici, dei sociologi, su quegli stessi fatti che possano fornire una chiave di lettura diversa. Manca una intellighenzia, al di là davvero di pochissime persone illuminate, ma manca la diffusione di un’idea di una cultura alta, che possa fornire una lettura diversa di certi fatti gravi, diversa rispetto a quella giudiziaria. Perché non è detto che sia l’unica o che sia quella unicamente giusta.

Perché l’informazione giudiziaria è distorta. È distorta perché lo storico o il sociologo non sono legati agli stessi laccioli formali del problema della prova in giudizio. Cioè il mio lavoro non è finalizzato a ricostruire fatti. Il mio lavoro è provare responsabilità di persone per certi fatti, quindi per me la ricostruzione del fatto è strumento per arrivare al reperimento della persona che io assumo essere l’autore di quel fatto di reato. E tutto questo, siccome ha a che fare con diritti fondamentali importanti e tutelati giustamente come diritti fondamentali dalla Costituzione, come il diritto alla libertà, il diritto all’onore, il diritto alla parola, ecc. questa ricostruzione soffre di limiti molto rigorosi, che sono i limiti stessi della legge processuale, che sono i limiti stessi che vengono posti al giudice che deve seguire certi criteri precisi per poter riconoscere una responsabilità penale di una persona e quindi, in astratto, privarlo della libertà personale.

E invece ormai il mondo della comunicazione in qualche modo è distorto rispetto al messaggio giudiziario, è l’unica lente da cui guardiamo i fatti, e non è giusto. Non è giusto! È estremamente limitativo. Perché, vedete, la società ha diritto di giudicare una persona o un fatto anche a prescindere dalla regola del Codice di Procedura Penale. La responsabilità politica non può essere valutata con lo stesso rigore di quella penale . E allora se l’unica lente di lettura è la lente giudiziaria, arriviamo al paradosso che una persona o è colpevole e va in galera o è del tutto innocente e quindi immacolata e non ci sono grigi. E invece non è così! Il mondo è pieno di grigi! Il mondo è fatto di grigi! Queste nostre storie sono figlie dei grigi del mondo. E allora voi dovete giudicare i politici non se sono condannati con sentenza passata in giudicato, ma per quello che hanno fatto, per quello che dicono, per le leggi che propongono e non con le prove al di là di ogni ragionevole dubbio. È la distorsione di una democrazia malata, quella di avere soltanto la lettura giudiziaria. E quindi questo purtroppo temo che faccia assumere una grande responsabilità alla stampa, alla stampa libera, ma esempi di stampa libera ahimè in questo momento, in questo paese, non dico in questo momento, negli ultimi 50 anni in questo paese ne abbiamo avuti veramente pochi.»

 

Vittorio Teresi: come si giudica un politico
video di Guido e Patricia di Gennaro su Vimeo.

 

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