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Una altro paese

In tanti, dopo aver visto il documentario di Stille su Rai 3 mi hanno detto di non aver saputo trattenere le lacrime.
Ma e’ ora di smettere di piangere per Paolo, e’ ora di finirla con le commemorazioni, fatte spesso da chi ha contribuito a farlo morire, e’ l’ora invece di dimenticare le lacrime, e’ l’ora di lottare per Paolo, lottare fino alla fine delle nostre forze, fino a che Paolo e i suoi ragazzi non saranno vendicati e gridare, gridare, gridare finchè avremo voce per pretendere la verità, costringere a ricordare chi non ricorda.

Dove sono le migliaia di persone che cacciarono e presero a schiaffi i politici che, scacciati dai funerali di Paolo, avevano osato di andare nella Cattedrale di Palermo, davanti alle bare dei ragazzi morti insieme a lui, a fingere cordoglio e disputarsi i posti più in vista nei banchi della chiesa ?
Quella classe politica si è rimescolata ma è ancora tutta di nuovo al suo posto e ha in mano ancora più salde le leve del potere. E l’alternativa che abbiamo oggi è solo quella di cadere in mano a quelli che forse con gli assassini di Paolo hanno stretto un patto per prendere a loro volta il potere.
Dove sono le migliaia di giovani, di gente di tutte le età, che ai funerali di Paolo continiuavano a gridare il suo nome, Paolo, Paolo, Paolo e costrinsero i politici che avevano permesso che quella strage a stare lontani dalla sua bara anche quando lo andammo a seppellire ?
Ricordi il Presidente del Consiglio e ricordino tutti i politici che guidare l’Italia non è gestire un tesoretto, disquisire su scalini e scaloni, o azzuffarsi sugli interventi nelle missioni all’estero, e dimenticare che i veri problemi sono nel nostro stesso paese, in un Sud abbandonato alla mafia, alla camorra , alla ndrangheta, senza rendersi conto che  questo cancro è ormai risalito, attraverso i capitali di cui può disporre, fino ad inquinare tutto il paese e la nostra stessa economia.
Ricordate, soprattutto voi giovani, che non ci può essere una repubblica, non ci può essere una democrazia fondata sul sangue, fondata  sui ricatti incrociati legati alla sparizione di un’agenda rossa e delle memorie di un computer e a quello che può esserci scritto o registrato.
Ricordate che non basta cambiare nome ad un partito e poi, nel discorso programmatico del suo capo in pectore non sentire neanche pronunciare la parola mafia, come se questa veramente non sistesse più, come se non fosse piu’ un problema, quando è più potente e forte di prima ed ha inquinato ormai tutti gli strati del potere.
Ricordate che non basta cambiare il numero d’ordine di una repubblica, seconda, terza o quarta, perchè le cose cambino veramente se prima non si spazza via tutta una classe politica che ci ha ridotto in questo stato.
Ricordate, soprattutto voi giovani, che il futuro è vostro e che ve lo stanno rubando.
Salvatore Borsellino
Milano, 24 Luglio 2007
 

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