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Il premio «Madri della Costituzione» consegnato a Anna Galatolo, moglie del procuratore della DNA Nino Di Matteo

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di Redazione 19luglio1992.com

Lo scorso 8 marzo a Catania la Fondazione La città invisibile ha consegnato il prestigioso premio «Madri della Costituzione» all’avv. Anna Galatolo, moglie del PM Nino Di Matteo.
Abbiamo rivolto alcune domande a Alfia Milazzo, presidente della Fondazione ed organizzatrice della premiazione.

«Donne, ingegno e responsabilità civile»: com’è nata l’idea di creare questo evento e di organizzarlo l’8 marzo?

L’idea nasce dalla volontà di diffondere la storia, i valori e la cultura delle donne. Ogni anno approfondiamo un aspetto o una pratica traducendola al femminile e abbinandola a un valore. Quest’anno per la decima edizione abbiamo scelto di proporre l’ingegno che per noi ha un significato molto specifico cioè la facoltà dello spirito femminile di generare positività nella società civile non solo per sé ma anche per gli altri. Ingegno come capacità di trovare le vie, i modi e i mezzi per risolvere problemi. Le tre donne premiate, con il vissuto, le loro scelte etiche e intellettuali, sono tre modi diversi di rappresentare questo legame tra ingenium e responsabilità verso il proprio tempo, verso il proprio Paese.

Alfia Milazzo (clicca sull’immagine per ingrandire)

L’8 marzo è una giornata molto importante per noi. Questa giornata non è solo una data per celebrare le donne. O per denunciare ciò che le donne oggi ancora subiscono, penso alla violenza, al femminicidio, e alla disparità sul lavoro. A noi piace in questa giornata rivolgerci sia alle donne che agli uomini, facendo emergere modelli femminili altamente significativi, capaci di educare, di motivare e sostenere il cambiamento generale della società. Tina Anselmi raccontata da Anna Vinci ne è un esempio. Una donna della Resistenza che con coraggio e coerenza ha attraversato la storia dell’Italia portando avanti battaglie sulla legalità, contro la corruzione, sul diritto delle donne nel mondo del lavoro, sulla sanità, ma soprattutto quelle sulla ricerca della verità intorno alla P2, mondo parallelo dello Stato, infiltrato nei servizi segreti deviati, che resta ancora pericolosamente inesplorato del tutto, nonostante le inchieste.

L’8 marzo è quindi un giorno traguardo di un cammino di studio e di riflessione, deciso molto prima, dal quale poi riprendere un ruolo di maggiore consapevolezza e di forza nell’azione a favore delle proposte scaturite da esso.

Come ha vissuto la città di Catania questo importante momento?

Catania ha accolto con gioia questo evento. Sia l’Università degli Studi, in particolare il rettore prof. Basile, che ci ha offerto la più prestigiosa delle Aule, l’aula Magna del rettorato, sia il procuratore della repubblica dottor Carmelo Zuccaro, e il procuratore aggiunto dottor Sebastiano Ardita, sono stati molto contenti di ciò che attraverso la premiazione abbiamo pensato di proporre alla città. I cittadini comuni e molti professionisti, i genitori dei nostri ragazzi dell’orchestra Falcone Borsellino, i docenti e i dirigenti delle istituzioni scolastiche con cui collaboriamo (Istituti Fontanarossa, Convitto Cutelli), ma soprattutto il gruppo F. Morvillo delle Agende Rosse erano presenti in massa. La sala era strapiena e totalmente silenziosa. Soprattutto nei momenti in cui hanno parlato Di Matteo e la moglie, molti volti erano visibilmente commossi. A prova del fatto che l’interesse e la partecipazione erano alti.

Nino Di Matteo, Anna Galatolo, Carmelo Zuccaro (clicca sull’immagine per ingrandire)

Com’è nata l’idea di creare il premio «Madri della Costituzione»? Da quanti anni viene aggiudicato?

Il premio Madri della Costituzione è stato istituito 5 anni fa. Volevamo fare rivivere lo spirito di queste donne nella nostra società e ci è sembrato che fosse importante dare questo compito alle donne che stanno resistendo in situazioni difficili, che lottano e si impegnano per ottenere verità, giustizia, o per garantire la salvaguardia di un diritto costituzionale. Tra le donne premiate abbiamo avuto Angela Manca, Augusta Agostino, le mamme No Muos. Ma anche Cristina Acquistapace, unica donna down che ha voluto consapevolmente prendere i voti.

Come vengono scelte le vincitrici?

La scelta delle vincitrici viene effettuata dai membri della Fondazione La città invisibile, sentito il parere dei volontari e dei ragazzi della scuola.
Nel caso di Anna Galatolo il voto è stato unanime.

Alfia Milazzo e Anna Galatolo (clicca sull’immagine per ingrandire)

Cosa ci puoi dire sulla vincitrice di quest’anno, Anna Galatolo Di Matteo?

Anna Galatolo, per molti aspetti, è una donna della Resistenza di oggi, considerando il suo modo limpido, intelligente e soave di vivere una vita blindatissima, di accettare la sua condizione limitante, con grande senso di responsabilità e immensa dignità.
Lei ha svolto un ruolo attivo che va riconosciuto proprio perché nascosto. Poderosamente simile al ruolo delle donne della Resistenza che poi hanno messo a disposizione della nazione questo stesso ruolo nella ricostruzione post bellica attraverso la stesura della Carta Costituzionale.

Anche suo marito, Nino Di Matteo, ha ricevuto un vostro riconoscimento. Di cosa si tratta?

Anna Galatolo riceve il premio da Carmelo Zuccaro (clicca sull’immagine per ingrandire)

Al procuratore Di Matteo i nostri ragazzi hanno consegnato “le chiavi della Città invisibile”. Premetto con sofferenza che il comune di Catania è una delle poche città che non ha accolto la richiesta del Gruppo Agende Rosse di dare una cittadinanza onoraria a Di Matteo. Abbiamo constatato a posteriori che anche certa pseudo antimafia locale si era opposta. Ma questo non significa nulla. Poiché si tratta del solito teatrino politico catanese spalleggiato da associazioni che si dicono antimafia solo quando devono speculare sui migranti o ricevere cospicui finanziamenti pubblici. A questo punto, allora, abbiamo chiesto un parere ai ragazzi e alle loro famiglie. E un bambino ci ha emozionato perché ha detto che la nostra “città invisibile” è la sua vera città, la città degli abitanti che non hanno ascolto dalle istituzioni locali, da certa élite. Allora, ci ha detto, che consegnare la cittadinanza onoraria a Di Matteo sarebbe stato più significativo se a farlo fossero stati proprio lui e i suoi compagni, ragazzi dei quartieri difficili di Catania che ogni giorno combattono per il riconoscimento dei loro diritti di infanzia negati in nome di Falcone e di Borsellino.

Credo che la felicità di Di Matteo alla consegna delle chiavi sia stata la soddisfazione di tutte le attese del bambino. Bambino che tra parentesi non ha cittadinanza italiana essendo immigrato.

Al momento della consegna del premio, Alfia Milazzo si è rivolta all’avv. Anna Galatolo.

Alfia: Chi più di te può rappresentare questo premio “madri della Costituzione”, un premio che noi abbiamo dato ogni anno a delle personalità che si spendono senza grandi clamori, ma comunque con grandissimo sacrificio e soprattutto forza morale: noi abbiamo trovato in te queste qualità.
L’avvocato Anna Galatolo è sposata col procuratore di Matteo che da molti anni vive sotto scorta…

Anna: Sono 22 anni.

Alfia: 22 anni, 22 anni di vita molto blindata… come si fa!

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Anna: Anch’io a questa domanda non riesco a darmi una risposta, si fa comunque, nel senso che è una questione di affetto, di amore, comunque rinunciare alla propria libertà per gli altri. Questa non è una cosa naturale, è un grande sacrificio, in questo non c’è niente di naturale, però si fa, questa è una cosa sia della nostra famiglia che dei nostri figli, perché anche i ragazzi sono molto sacrificati. Penso che siamo forse gli unici al mondo a svolgere una vita del genere, non penso che in altre parti del mondo ci sia questo tipo di situazione.

Nino Di Matteo, con visibile emozione, ha ricevuto dalle mani di un bambino le chiavi della «città invisibile» e, rivolgendosi a lui, fra l’altro ha detto:

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«Io stasera sono molto emozionato, sono abituato naturalmente anche per il lavoro che svolgo da tanto tempo a parlare in pubblico, però guarda che l’esperienza di vedere la moglie che viene premiata è molto più emozionante, anche perché naturalmente mia moglie, io, ma penso tutti noi che abbiamo vissuto e viviamo determinate situazioni, sappiamo che non sono tutte rose e fiori, è tutto molto difficile e ci sono dei momenti in cui la barca sembra traballare, però ci sono dei momenti come quando un bambino come te prende la parola e dice queste cose che ti ripagano di tutto, di tutto il sacrificio, di tutta la limitazione di libertà.»
[…]
«…voi dovete pensare che la lotta contro la mafia, contro la corruzione, contro ogni tipo di violenza contro la discriminazione nei confronti delle donne, dei più poveri, di chi ha meno di noi, è una lotta di libertà, di democrazia
[…]

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«…la nostra terra ha rappresentato probabilmente e forse rappresenta tutt’ora il massimo del male, la mafia siciliana è la mafia che al mondo ha commesso i delitti più violenti, più incredibili, in nessun’altra parte del mondo sono stati commessi i fatti che dobbiamo ogni tanto ricordare, le stragi, le uccisioni di magistrati, di politici, di giornalisti, di sacerdoti, di imprenditori, di medici legali, di persone comuni, però è anche una terra viva dove c’è stato il massimo del male ma probabilmente, lo dobbiamo ricordare con orgoglio, anche il massimo del bene, della reazione non soltanto da parte di magistrati, poliziotti e carabinieri, ma da parte di tante persone del popolo, da parte di tanti giovani. Con questo gesto tu, i tuoi compagni avete dimostrato di avere passione per il paese e io così come è la cosa che spero per i miei figli, la spero per tutti i giovani italiani e siciliani, appassionatevi non siate indifferenti, non siate rassegnati, battetevi perché alla fine noi siamo arrivati al punto in cui siamo arrivati nel nostro paese per la troppa rassegnazione, per quella mentalità che è tipica di pensare: “ma tanto non cambierà mai niente, ma chi te lo fa fare”; vale sempre la pena di combattere!»
[…]
«Noi siamo siciliani siamo cresciuti con la mentalità del favore, della conoscenza, della raccomandazione, dell’astuzia per cercare di fregare l’altro. Provate a capovolgerla questa mentalità, andate alla mentalità del rispetto dei più deboli, del rispetto per chi ha il merito per andare avanti, non la raccomandazione e vedrete che le cose le riuscirete a cambiare.

Grazie di tutto veramente, grazie per tutto quello che avete organizzato questa sera, ma soprattutto quello che fate ogni giorno, la vostra è una battaglia di libertà, di democrazia. Grazie veramente!»

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Foto di Mario Strano.

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