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Salvatore Borsellino, conferenza a Siena: “L’importanza di combattere cultura e contiguità mafiose nelle istituzioni e nella società civile”

di Movimento Agende Rosse – gruppo Vincenza La Fata – Siena

Siena 15 Febbraio 2018 ore 9:00.
Sala del Capitano del Popolo di Palazzo Civico.
Seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Siena con la partecipazione delle classi quarte e quinte degli Istituti scolastici.

“L’IMPORTANZA DI COMBATTERE LA CULTURA E LE CONTIGUITA’ MAFIOSE NELLE ISTITUZIONI E NELLA SOCIETA’ CIVILE.”

Interverrà Salvatore Borsellino, Presidente Movimento Agende Rosse.
Durante la seduta del Consiglio Comunale verrà conferito un attestato di civica benemerenza al Magistrato Antonino Di Matteo.

Il momento storico è quello più adatto. Siamo in piena campagna elettorale, con il ritorno di Berlusconi e Forza Italia, partito fondato da Marcello Dell’Utri, condannato in via definitiva alla pena di sette anni di reclusione per il delitto di concorso esterno in associazione mafiosa, i cui legali continuano a chiederne la scarcerazione. Siamo nel pieno del processo più importante della storia della Repubblica, quello su “La Trattativa Stato-Mafia”, con la requisitoria dei PM Francesco Del Bene, Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi, da poco conclusa con la ricostruzione dei fatti e le richieste di condanna per Leoluca Bagarella, Antonino Cinà, Antonio Subranni, Mario Mori, Giuseppe De Donno, Marcello Dell’Utri, Nicola Mancino e Massimo Ciancimino, a diversi titoli convolti in questa vicenda brutta e clamorosamente importante per la storia del nostro paese. Sullo sfondo la condanna a morte di matrice mafiosa ai danni di Nino Di Matteo, ancora viva e attuale, che non finisce di destare preoccupazione.
A margine di tutto questo, le continue notizie dei successi dello Stato nella lotta alle Mafie (come i 170 arresti per la ‘Ndrangheta tra Italia e Germania di circa un mese fa).
Le Mafie rappresentano oggi uno dei principali problemi per lo sviluppo sociale, politico ed economico del nostro paese. La loro presenza nel territorio e nelle Istituzioni è una delle principali ragioni dell’arretratezza di fette importanti del nostro paese e dell’Italia nel suo complesso. Finché continueremo ad essere inquinati dalla presenza mafiosa, qualsiasi ricetta politica di cambiamento assomiglia ad una serie di parole vuote di senso e piene di ipocrisia. La lotta senza quartiere, con precise misure legislative ed azioni di Governo, al fine di estirpare le Mafie dalla vita sociale, politica ed economica italiana dovrebbe essere il primo irrinunciabile punto di qualsiasi agenda politica di una maggioranza di Governo credibile. La repressione del fenomeno mafioso da parte dello Stato, che continua a generare successi, non è evidentemente sufficiente, altrimenti le Mafie ormai sarebbero solo un argomento da libro di storia. Il fatto, purtroppo, che siano un fenomeno ancora terribilmente attuale è dovuto essenzialmente ai legami e le contiguità mafiose di pezzi dello Stato, nella politica e nella società civile, e alla cultura mafiosa, ancora diffusa e capillare. Insomma, oggi non sono i “punciuti”, cioè gli appartenenti all’organizzazione, il vero problema della persistenza delle Mafie nello Stato italiano, ma i loro amici “per bene”, che siano politici, membri delle Istituzioni, imprenditori, gente comune. E’ il volto “buono” della Mafia che deve essere sconfitto. I sodali dei criminali, quelli che trattano, che giustificano, che non si oppongono, che stanno a guardare, che ci fanno affari, che collaborano, che ci convivono, che interloquiscono, che offrono favori per trarne vantaggio o che chiedono favori per offirire aiuto. Insomma, il mondo dello scambio tra Mafie e Stato, quello dei “pali”, dei “normali” che invece normali non sono. Per niente. Moralmente sono esattamente uguali agli appartenenti all’organizzazione e come tali andrebbero trattati.
Ecco, finché non recideremo nettamente e irrimediabilmente i legami concreti e culturali con le Mafie, finché, cioè, non cacceremo, senza se e senza ma, gli “amici” dei mafiosi dallo Stato e la mentalità mafiosa dalle teste di molti dei nostri concittadini, non sconfiggeremo mai questo cancro della vita del nostro paese e non riusciremo mai a vedere realizzato il presagio di Giovanni Falcone: “La Mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umano ha un inizio e avrà anche una fine”.

Diego Piccioli

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