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Ordigni a Roma: inquietanti messaggi?

di G. D’Antonio

Due episodi preoccupanti si sono verificati nei giorni scorsi a Roma.
Il primo dei due è l’esplosione nella notte fra il 6 e 7 dicembre di un pacco bomba di fronte alla caserma dei Carabinieri di Via Britannia nella zona di San Giovanni. L’azione è stata rivendicata dalla “Federazione anarchia informale – fronte rivoluzionario internazionale, Cellula Santiago Maldonado”.
Il secondo episodio riguarda il lancio di una bomba molotov contro una camionetta della Polizia del commissariato di Prati che si occupa, tra l’altro, della sicurezza presso lo Stadio Olimpico.
I due avvenimenti fanno riemergere paure di tragedie passate: la stagione stragista del 1993-1994, quella per cui sono indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri  (cui recentemente è stata confermata la compatibilità con la reclusione in carcere), ha visto colpita la basilica di San Giovanni nella notte del 26-27 luglio 1993 con autobomba. Quella azione non provocò vittime.
Ancora più inquietante è invece ciò che per difetti tecnici, fortunatamente, non si verificò presso lo Stadio Olimpico a fine della partita Lazio-Udinese o Roma-Udinese (fine 1993-inizio 1994): un’ulteriore autobomba era stata riempita di ritagli di ferro e sarebbe dovuta esplodere in via dei Gladiatori all’uscita dei pullman dei Carabinieri, provocando decine se non centinaia di morti.
La preoccupazione che gli episodi odierni possano essere legati a quanto avvenuto nel 1993 è stata espressa dalla Presidente dell’Associazione tra i familiari delle Vittime di Via de’ Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli:

“Pecchiamo di dietrologia e lo facciamo volentieri per non piangere dopo.
Non ci piacciono i “messaggi” prima in zona “San Giovanni” e oggi alla camionetta che di solito fa servizio all’Olimpico a Roma.
C’è una Requisitoria in corso a Palermo per la certissima trattativa Stato mafia , ci sono persone in odore di mafia che vogliono uscire dal carcere, ci sono navigati politicanti che soffiano sul fuoco e le parole “SAN GIOVANNI e OLIMPICO” legati a ordigni esplosivi inquietano.”

Il processo trattativa Stato-mafia è infatti giunto alle sue fasi conclusive, con la requisitoria dei Pubblici Ministeri che si sta tenendo in un silenzio assordante della grande stampa. Prosegue così la signora Chelli:

“Sappiamo tutti benissimo che alla fine del 1992 l’Italia che conta sapeva che sarebbero esplose delle bombe, ne esplosero 7 in meno di un anno, chi deve non faccia gli stessi errori che poi fanno piangere una vita intera quelli come noi.”

Il riferimento è ad un piccolo ordigno ritrovato nel famoso giardino di Boboli a Firenze nel novembre 1992. L’azione, compiuta dal boss catanese Santo Mazzei, venne rivendicata dalla sigla “Falange Armata” e venne identificato come l’anticamera delle stragi del 1993-1994.
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http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Roma-anarchici-rivendicano-esplosione-davanti-caserma-carabinieri-c3a528f7-1718-4216-a82b-d919c844a39e.html

http://www.ansa.it/lazio/notizie/2017/12/15/lanciata-molotov-davanti-a-un-commissariato-a-roma-_eb963364-58b4-4db6-b06d-71fec06226f3.html

http://www.antimafiaduemila.com/home/rassegna-stampa-sp-2087084558/cronache-italia/68267-ass-georgofili-non-si-facciano-gli-errori-del-passato.html

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