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La voce nel silenzio

Buonasera, desidero semplicemente ringraziarvi per avere consentito a me e agli italiani di conoscere i contenuti della requisitoria del processo sulla trattativa. Nessuno tra i vari media (a parte gli approfondimenti del direttore de Il Fatto Quotidiano) ha voluto dare ai cittadini la possibilità di conoscere direttamente un pezzo così lungo, importante, terribile e tragico della storia di questo Paese. Ed è da questa evidenza e dalla consapevolezza che emerge dall’ascolto del lavoro dei vari Pubblici Ministeri, che emerge forte il mio senso di gratitudine.

Per quanto riguarda me personalmente, le emozioni e la visione del quadro completo sono state particolarmente intense perché quando nel 1992 lavoravo alla mia tesi di laurea sul terrorismo italiano, avevo ricostruito l’intero panorama politico-sociale degli opposti estremismi e, soprattutto, il ruolo delle stragi e del servizi deviati nel quadro del sistema politico nazionale. Allora ero convinto di stare studiando sul passato della storia della Repubblica ma subito dopo la laurea, avendo deciso di proseguire con attività di ricerca sul sistema organizzativo di cosa nostra a Catania e del suo rapporto con politica ed impresa, mi sono accorto che non avevo lavorato solo sul passato recente della nostra storia, su fatti che cioé si erano conclusi, ma che in realtà nomi e dinamiche si ripetevano tutti secondo uno schema preciso e che si trattava di un unico filo conduttore nella gestione del sistema di potere locale così come delle strategie politiche occulte che avevano una regia attiva a livello centrale del nostro stato in collegamento con dinamiche di tipo internazionale, tra le quali la massoneria. Potette immaginare le mie sensazioni quando nelle sezioni seguite in particolare dal Dott. Tartaglia e dal Dott. Del Bene ho risentito i nomi degli stessi generali faccendieri, attivisti di estrema destra e terroristi collegati a quelli degli agenti che avevano seguito le azioni sul campo e che prima erano occulti e che guarda caso erano stati fatti tutti riemergere in un gruppo speciale dei Carabinieri affiancato alle indagini dei magistrati di punta della Procura di Palermo. Vedere poi come tutta la stampa e la televisione italiana abbiano imposto il silenzio sul processo che di fatto rappresenta la continuità nel metodo e nei contenuti del lavoro avviato da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con il maxiprocesso, portando per giunta per la prima volta alla sbarra anche politici e uomini dello stato e dei servizi di quel livello assieme ai mafiosi, è stato un motivo di dolore e sdegno per la realtà che ci circonda e che circonda soprattutto il lavoro di grandi uomini come coloro che hanno portato a compimento quelle indagini. E’ per questo che ho sentito l’esigenza di comunicarvi il mio senso di gratitudine profonda e mi scuso se mi sono dilungato nel descrivere le ragioni personali che vi stanno dietro.

Grazie di cuore ancora e buon lavoro.

 

Alessandro C.

 

Caro Alessandro, se non ci fossero persone come lei ad ascoltarci il nostro lavoro non avrebbe senso. Siamo noi a ringraziarla per il contributo che ci ha voluto donare con questa bella lettera.

Movimento Agende Rosse

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